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Il Comune di Urbino ‘salva’ la Camera di commercio, niente affitto per la nuova sede

di    -    Pubblicato il 18/02/2015                 
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La nuova sede della Camera di Commercio di Urbino in piazza della Repubblica

La nuova sede della Camera di Commercio di Urbino in piazza della Repubblica

URBINO – La Camera di commercio di Urbino riapre in una nuova sede, dopo la chiusura di novembre 2014. Oggi sono stati inaugurati i nuovi uffici concessi gratuitamente dal Comune in piazza della Repubblica, nel palazzo del Legato Albani. Oltre al mantenimento di tutti i servizi forniti finora dalla sede di Urbino, è stato introdotto anche il rilascio di certificati in lingua inglese per le aziende. Il segretario generale Fabrizio Schiavoni ha consegnato il primo proprio al sindaco della città, Maurizio Gambini, intestato alla Urbino servizi.

Il salvataggio. Dopo numerosi incontri, il presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino Alberto Drudi e il sindaco Gambini hanno trovato un accordo per tenere aperta la sede di Urbino che, a causa dei tagli introdotti dal decreto Madia per la semplificazione e la trasparenza amministrativa, rischiava la chiusura definitiva, insieme alla sede distaccata di Fano. “È importantissimo per le imprese che la sede di Urbino sia rimasta aperta – spiega il presidente Drudi – perché le aziende hanno bisogno di colloqui frequenti e di un contatto diretto con noi. In un periodo come questo, in cui il mercato cambia in continuazione, la Camera di commercio diventa fondamentale”.

Anche il sindaco Gambini è d’accordo con il presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino. “Sarebbe stato drammatico perdere una sede per le imprese a Urbino – ha spiegato Gambini – perché se perdiamo l’impresa, il territorio muore. Mantenere gli uffici in città sarà fondamentale sia per Urbino ma anche per tutti i territori dell’entroterra, che potranno usufruire dei servizi direttamente qui, invece di arrivare fino a Pesaro”.

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Alberto Drudi assieme a Maurizio Gambini, Amerigo Varotti e Fabrizio Schiavoni

Il decreto Madia. I tagli del decreto Madia non solo hanno già colpito le Camere di commercio, ma continueranno per i prossimi due anni. Quest’anno è stato tagliato il 35% dei fondi, il prossimo anno sarà tagliato il 40% e il 2017 il 50%. “Il decreto ha introdotto una riduzione della quota annuale delle aziende – spiega Amerigo Varotti, vice presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino – che dagli 88 euro del 2015, scenderanno a 44 nel 2017. Preso singolarmente questo dato non dovrebbe farci preoccupare. Ma se
sommiamo le quote di tutte le imprese, arriviamo ad una riduzione delle entrate di circa 2 milioni di euro”.

Avere pochi fondi a disposizione comporterà una riduzione delle attività organizzate della Camera di commercio e dalle associazioni categoria, come il festival del Brodetto, evento culinario internazionale che si svolge a Fano, la fiera nazionale del tartufo di Acqualagna e le molte sfilate di moda organizzate in tutta la provincia. “Queste iniziative hanno rianimato i territori – ha spiegato Drudi – ma per colpa dei tagli sarà sempre più difficile essere presenti”.

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