URBINO – Dove un secolo fa sorgeva la chiesa della Santissima Trinità ora c’è il Liceo Baldi. Prima i bambini scalzi giocavano per i vicoli mentre gli autocarri parcheggiavano liberamente ai lati della piazza. Un ‘disordine’ , quello di 100 anni fa, a confronto con il centro storico contemporaneo, più ‘ordinato’ con gli spazi per le auto ben delimitati da strisce colorate. E’ la città che cambia quella che l’associazione Pro Urbino metterà in mostra dal 27 marzo al 12 aprile nell’ex libreria ‘Il Portico’ di via Mazzini. Trentotto coppie di scatti fotografici con il prima e il dopo di vie, monumenti e panorami, per ripercorrere più di un secolo di storia urbinate.
Urbino Allo Specchio, Immagini della città ritrovata: il titolo scelto dagli organizzatori rende chiaro il tema della mostra che sarà anche un omaggio allo scrittore Paolo Volponi. “Mi sono accorto che questa città è una miniera di immagini – dice Attilio Fini, ideatore dell’esposizione e segretario della Pro Urbino – ogni volta che la osservi, noti qualcosa di nuovo”. Il lavoro è iniziato circa due anni fa, con la ricerca di scatti d’epoca che documentassero la vita di tutti i giorni, il patrimonio architettonico e le bellezze del territorio. Foto in bianco e nero che vanno dall’inizio del ‘900 ai primi anni ’50, la maggior parte degli anni ’20 e ’30. Quasi tutte appartengono a uno stesso autore e sono state ritrovate per caso, dopo il recupero di un vecchio rullino da parte di una famiglia. Alcune foto sono già conosciute, altre sono inedite.
Partendo dalle vecchie scene, Fini ha cercato di imprimerne di nuove riprendendo dalla stessa angolazione che scelsero i fotografi del passato. Per farlo, si è servito di una moderna reflex, anche se “resto amante della macchina manuale”. Pure negli scatti del 2015 si racconta la vita ordinaria a Urbino, con i cassonetti della spazzatura ai bordi delle vie, gli studenti universitari in giro e le auto in sosta.
Ogni confronto con il passato fa lavorare la memoria. “Mentre scattavo mi tornava in mente l’infanzia – prosegue Fini, urbinate di origine e due volte assessore comunale – nei primi anni ’60 vivevo in via Veterani, insieme ad altri 250 concittadini. Ricordo ancora quando dalla finestra si affacciava la Mariettina per richiamare il suo bambino in casa. Noto che non c’è più un centro città dal punto di vista sociale. La gente usciva e la piazza, piena di persone, era il luogo dove si imparava a vivere. Se oggi volessi andare in centro, non saprei con chi parlare”. Ma la socialità sta rinascendo, grazie “alle feste organizzate dalle contrade”.
Con l’esposizione non ci si ricorderà solo del vissuto della comunità. Le immagini raccontano il cambiamento architettonico del centro. Come nei pressi di piazzale Roma, dove sorgeva un bastione, oggi scomparso. Nella foto dei primi del ‘900, forse databile addirittura al 1898, si nota anche che la salita di via Raffaello terminava con una porta ad arco. Grossi mutamenti in città avvennero con il fascismo, come spiega Attilio Fini mostrando gli scatti che saranno esposti. Un esempio è la scuola elementare ‘Giovanni Pascoli’, in via Piano S. Lucia (con fasci littori ancora visibili sulla facciata, ndr). Durante il regime fu edificato il Consorzio agrario (ricostruito nel dopoguerra), che si trovava, non a caso, nello stesso punto del nuovo centro commerciale ‘Consorzio’. Non c’è più neanche la chiesa della Ss. Trinità, in via Giro del Cassero. Dopo essere stata convertita in una filanda, fu abbattuta per costruire una scuola, terminata nella seconda metà degli anni ’50 e attuale sede del liceo sociopsicopedagogico ‘Baldi’.
Tra le foto più curiose, quella in cui ai torricini di Palazzo Ducale, ripresi in lontananza, mancano alcune finestre. Una risposta ai dubbi intorno a questa immagine ancora non c’è. Uno degli scatti inediti ritrae altri momenti di una giornata urbinate d’altri tempi: bambini liberi per strada e un ragazzino che si affaccia dalla finestra di una casa stando in piedi sul davanzale. Altre differenze si possono notare osservando le pavimentazioni delle vie, diverse da quelle di oggi. Urbino era poi piena di orti urbani. “Non c’era appezzamento che non fosse coltivato”, spiega Fini che parla della necessità di abbattere gli alberi a rischio caduta e di fare manutenzione al verde pubblico. Piante e vegetazione che “coprono la veduta” del patrimonio architettonico.
“La città si specchia a distanza di circa un secolo – afferma Giovanni Volponi, vice presidente della Pro Urbino – vogliamo far vedere alla gente com’era Urbino e com’è oggi”. Le 77 immagini (38 coppie più una singola), in bianco e nero e a colori, nel formato 30×45, saranno esposte dal 27 marzo al 12 aprile nei locali dell’ex libreria ‘Il Portico’. L’esposizione è stata pensata per dare omaggio alla figura dello scrittore urbinate Paolo Volponi. Insieme alle foto, saranno riproposti quattro brani stampati tratti dai pensieri e dall’attività letteraria del poeta.