URBINO, 26 MAR – Dopo oltre un anno la Muta di Raffaello è tornata a Palazzo Ducale. Il dipinto, un olio su tavola di 64×48 centimetri, è stato restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze grazie al cofinanziamento della tv nazionale giapponese Yomiuri Shimbun. L’intervento principale è stato fatto sul supporto ligneo dell’opera, eliminando il pericolo maggiore, quello dei tarli.
Durante un incontro di presentazione dell’evento la soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche Maria Rosaria Valazzi ha spiegato che fino al 5 maggio la Muta sarà esposta in una mostra nella Sala dei Banchetti di Palazzo Ducale, per poi essere ricollocata nell’appartamento della Duchessa. Ad accompagnare la Valazzi anche il soprintendente dell’Opificio Marco Ciatti, Patrizia Riitano, che ha fatto parte del team di restauratori, e Claudia Caldari, della soprintendenza di Urbino.
Nel 1976 la Muta è stato uno dei quadri rubati, insieme alla “Flagellazione di Cristo”e alla “Madonna di Senigallia”, in quello che è noto come il furto del secolo.