URBINO – Tutte le carceri delle Marche si stanno lentamente svuotando anche se Villa Fastiggi, a Pesaro, è indietro rispetto alle altre. Secondo il nuovo rapporto dell’Autorità regionale per la garanzia dei diritti dei detenuti, le sette case circondariali presenti sul nostro territorio stanno continuando il percorso di “alleggerimento”, in linea con la strategia nazionale.
La maglia nera va al carcere di Pesaro che mostra sì un calo di presenze rispetto al 2013, passando da un eccesso del 75% ad uno del 58%, ma che continua ancora ad avere molti più detenuti rispetto ai posti regolarmente disponibili (237 contro 150). Situazione migliore per il penitenziario di Fossombrone, il secondo migliore delle Marche, dove i posti occupati sono 148 su 201 totali.
Dati incoraggianti anche per gli altri penitenziari della regione. Montacuto, una delle due carceri di Ancona, segna 191 presenze sui 174 posti disponibili mentre Barcaglione, la seconda, ha 72 occupanti su 100. L’indice di affollamento cala anche ad Ascoli Piceno (da 20,5% del 2013 al 14,4% del 2014) e a Camerino (da 48,6% a 19,5%). Bene anche Fermo che taglia l’indice dal 71% al 26% con 53 posti occupati su 42.
Un problema, quello del sovraffollamento delle carceri, per cui si sono impegnati anche l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il suo predecessore Giorgio Napolitano e che è stato affrontato dal governo di Enrico Letta con il decreto svuota carceri del 2014. Anche grazie a questo provvedimento, secondo i dati del Garante, la media nazionale di presenze si è abbassata passando da un -4,8% del 2013 ad un -14,3% del 2014 pari a 53.623 detenuti in tutta Italia. “Un segnale importante – si legge nel rapporto – specie se si tiene conto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (08/01/2013) condannava lo Stato italiano per la riconosciuta incompatibilità dell’attuale sistema carcerario, per ‘trattamenti inumani e degradanti’”.
Secondo l’autorità dei diritti dei detenuti però, il sovraffollamento è solo uno dei difetti del nostro sistema carcerario. Un altro problema, evidenziato nel rapporto, è la mancanza di personale nei vari istituti. A Pesaro, per esempio, il personale, composto da commissari, ispettori, sovraintendenti e agenti/assistenti, conta 172 unità contro le 192 previste. Questa mancanza si riflette sia sulla sicurezza del carcere sia sul controllo e la tutela dei detenuti. Spesso infatti sono proprio gli agenti ad evitare che i carcerati tentino il suicidio (28 i casi sventati dai ‘baschi azzurri’ nel 2014).
Anche a Fossombrone si contano una ventina di dipendenti in meno (105 contro i 125 previsti). “In futuro – si legge ancora nel rapporto – la situazione rischia di aggravarsi considerato che l’età media del personale attualmente in servizio è molto elevata”.
Guardando invece ai dati positivi dell’indagine, le carceri delle Marche possono contare su un buon sistema sanitario con grande collaborazione tra l’ufficio del Garante e i responsabili medici. Alto anche il numero di progetti legati alle “misure trattamentali”, ovvero le attività che sostituiscono il lavoro nei penitenziari (ad esempio arte, cura del fisico, istruzione). Diciotto quelli del carcere di Pesaro, per i quali la Regione ha stanziato quasi 120mila euro. Nove quelli di Fossombrone con circa 45mila euro investiti.