URBINO – Una condanna senza appello per il sovraffollamento delle carceri italiane: la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha respinto il ricorso sulla sentenza in favore di sette detenuti di Busto Arstizio e Piacenza (8 gennaio 2013) e condannato definitivamente l’Italia a un’ammenda di 100.000 euro per i danni morali. La motivazione parla di condizioni di vita disumane e degradanti conseguenza del vivere in meno di tre metri quadri.
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L’Italia avrà un anno di tempo per trovare una soluzione ai suoi 20.000 carcerati in più rispetto al numero di posti disponibili e dovrà anche istituire una procedura nazionale per risarcire i detenuti che dovessero essere riconosciuti come vittime. Brescia, Busto Arstizio, Reggio Calabria e Varese sono, secondo i dati raccolti dall’associazione Antigone, le carceri con la situazione più critica.
Non è la prima volta che l’Italia viene condannata. Dopo la sentenza del luglio 2009 a favore di un detenuto del carcere di Rebibbia di Roma, l’Italia ha dato il via al “piano carceri” e alla costruzione di nuovi penitenziari, parallelamente all’ampliamento di quelli esistenti e al ricorso a pene alternative.
Scadrà a settembre, invece, il decreto “svuota carceri” voluto dall’ex guardasigilli Paola Severino che permette ai detenuti con pene inferiori ai 18 mesi di scontarle ai domiciliari.
A fronte di una capienza complessiva di 45.588 unità, infatti, le carceri italiane ospitano ad oggi 66.009 detenuti. In alcuni casi si possono trovare anche otto persone in celle da quattro o addirittura da due (la legge prevede che ogni detenuto disponga di uno spazio di almeno 9 metri quadri) e sono già più di 400 detenuti che hanno fatto ricorso per le condizioni in cui si trovano.
È di poche settimane fa, poi, il rapporto del Consiglio d’Europa sulla popolazione carceraria, fotografata nel settembre 2011. Con 147 detenuti ogni 100 posti disponibili, l’Italia è al terzo posto per il sovraffollamento, dopo Serbia e Grecia. È anche al terzo posto per numero assoluto di detenuti in attesa di giudizio, dopo Ucraina e Turchia.
La casa circondariale di Villa Fastiggi, a Pesaro, non è immune al problema del sorplus di carcerati. I detenuti dovrebbero essere 176 ma in realtà sono 293, quasi il doppio. La loro condizione, però, non sembra turbarli, anzi: a loro dire, si tratterebbe di un “sovraffollamento accettabile” rispetto alle altre realtà italiane.