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Codice etico per i giornali, una app per scegliere i propri paletti, sviluppata dall’Ona

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PERUGIA – Immaginate. Scoppia una bomba nel mercato della vostra città. Voi scattate una foto di una donna disperata, coperta di sangue e col vestito a brandelli che le lascia scoperto il seno. Siete disposti a pubblicarla sul vostro sito, o credete che anche in un caso limite come questo quella donna abbia diritto alla sua privacy? Ecco, per sciogliere i vostri dubbi dovreste rifarvi a un codice etico.

L’Ona, Online News Association, sta lavorando a un codice etico ‘fai-da-te’, da pubblicare sul proprio sito d’informazione, testata o blog, che dichiari al pubblico le linee guida editoriali seguite e applicate su quelle pagine.

Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile dell’innovazione e dello sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso, nonché membro italiano dell’Ona, ha lanciato al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia “Do-it-yourself ethical code”, un insieme di materiali per guidare organi d’informazione, testate giornalistiche, singoli giornalisti e cittadini a creare il proprio codice di comportamento per poi pubblicarlo online. “È un progetto che nasce per fare sì che chiunque voglia fare informazione di qualità possa munirsi di regole etiche proprie”, ha spiegato Tedeschini Lalli. Alcune testate straniere, come ad esempio il Guardian, hanno già una pagina in cui espongono i propri valori. In Italia nessun media ha adottato questo modello.

Il percorso da seguire per costruirsi il proprio codice si divise in varie fasi. Bisogna per prima cosa stabilire alcuni postulati non discutibili. Dire la verità, non plagiare il lavoro altrui, non accettare soldi per cambiare le informazioni, correggere i propri errori. Accettarli significa muoversi in un perimetro etico-deontologico ampio ma comunque dai confini precisi. Tracciati questi si passa ad altre due fasi.

  • Stabilire quale tipo di giornalismo offrire al pubblico. Objective o point of view? Uno imparziale che racconta i fatti in modo oggettivo o uno che dispone di un punto di vista preciso. Indipendent or involved? Una testata indipendente o ‘di parte’?
  • Esaminare varie domande etiche e deontologiche, analizzando i pro e i contro di ogni questione al fine di potersi costruire un codice personale. Sono 40 i temi affrontati e spaziano dalla gestione della censura, la protezione dei minori fino alla cura dei virgolettati

Quest’ultima è la fase di personalizzazione vera e propria del codice. Le possibili questioni sono analizzate nello specifico, punto per punto, e attraverso delle domande si cerca di far emergere la posizione specifica della testata sui singoli temi. Nella sezione che riguarda i suicidi, ad esempio, si pone preliminarmente la questione – è giusto pubblicare la notizia di un suicida? –  e si prosegue nel particolare: rilevanza pubblica della persona morta, dinamica della morte (privata o in un luogo pubblico), età del suicida. Immaginando che si tratti di una testata favorevole alla pubblicazione di queste notizie bisogna stabilire la metodologia. La meccanica va raccontata? Oppure è meglio usare la forma asciutta del necrologio, rituale e distaccato?

Sono 40 in tutto i temi affrontati con questo dettaglio, si può capire quanto specifico sarà il codice così stilato.

Per i promotori del progetto Thomas Kent, deputy managing editor della Associated Press, e Jane McDonnell, direttrice Online News Association, il punto è creare un meccanismo generale che possa funzionare per le redazioni di ogni latitudine. Per farlo bisogna immaginare una serie di situazioni ‘limite’ che verrebbero trattate diversamente a seconda della sensibilità culturale del giornalista e del paese in cui vive. È giusto pubblicare una vignetta razzista al centro di una polemica per mostrarne il contenuto ai propri lettori o sarebbe più corretto non farlo? In un’intervista è giusto virgolettare il pensiero condensato dell’intervistato o è meglio riportarlo parola per parola?

Domande a cui non è possibile dare una risposta univoca, ma che possono essere risolte soltanto dopo una mediazione tra la volontà di riportare le notizie, il contesto culturale in cui si lavora e le scelte etiche fatte a monte. Grazie alla nuova App in uscita a settembre, ogni editore e freelance sarà libero di costruirsi il proprio decalogo sulla base delle risposte che lui ritiene corrette e rendere i suoi lettori partecipi.

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