Graffiti in centro a Urbino, la reazione dei cittadini su Facebook: “Non è arte ma vandalismo. Vanno puniti”

Colonna, portico Corso Garibaldi
di ALESSANDRO CRESCENTINI e NICOLA PETRICCA

URBINO -“È un cretino”. San Polo 1544 non solo dimostra la sua indignazione, ma aggiunge che si tratta “dello stesso che ha imbrattato via Saffi l’anno scorso”. E poi continua: “Un demente che ha imbrattato pietre, mattoni, la bacheca delle agostiniane e altro”, e posta foto di vecchi ‘tag’ per dimostrare ciò che sostiene. Come scrive nei commenti, la firma Boem non va confusa con quella di Snem, un artista che usa la carta adesiva per mettere in mostra le sue opere. Sono decine le reazioni, condivisioni e i commenti su Facebook, tutti di condanna, sui fatti di sabato notte, quando alcuni writer hanno disseminato il centro storico e non solo con la propria firma ‘vergata’ a colpi di bomboletta spray, sui muri e su alcuni edifici storici.

Le scritte, di tre colori diversi, sono comparse nella notte tra sabato e domenica. La loro disposizione permette di…

Pubblicato da Il Ducato su Lunedì 15 febbraio 2016

Alcuni si chiedono se ci siano immagini dei vandali in azione. Valerio Piergiovanni si chiede: “Ma le telecamere hanno ripreso qualcosa?”. Altri invece invocano la scure impietosa della giustizia. C’è chi vorrebbe una multa, chi la detenzione, chi i lavori sociali. Qualcuno, esagerando, persino la pena capitale.

E’ stata sufficiente una notte per ricoprire il centro storico di graffiti e tag. Sono almeno 70 quelli che siamo…

Pubblicato da Il Ducato su Lunedì 15 febbraio 2016

Infine, c’è si limita a criticare l’atto in sé: “Chiamarli graffiti sarebbe un insulto a chi li fa veramente con talento e rispetto. Questo è vandalismo e basta”, tuona Nadia Tisme. O ancora Tiziana Riservati che sostiene che assomiglino più a scarabocchi.

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Non è la prima volta che gli urbinati assistono a questo tipo di vandalismo. Nel giro di pochi minuti dalla pubblicazione sulla nostra pagina Facebook, si è scatenata la polemica. I pareri viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, tutti concordi, indignati per un episodio che è solo l’ultimo di una lunga serie.

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Alexander Crescentini