“L’antenna di Piansevero non è pericolosa”, Arpam rassicura i cittadini. Scaramucci: “Valutiamo ancora sfiducia Cioppi”

L'antenna sull'ex hotel Montefeltro
di ANTONELLA SCARCELLA

URBINO – La nuova antenna di telefonia installata sull’ex hotel Montefeltro non è pericolosa. Lo ha spiegato Luciano Benini dell’Arpam, responsabile del servizio radiazioni e rumore durante una conferenza stampa indetta dall’assessore all’Urbanistica Roberto Cioppi, per informare i cittadini sul nuovo impianto che sostituirà a breve altri dispositivi ora presenti sul tetto del Piero della Francesca. “Nel campo elettromagnetico lo spostamento delle antenne è insignificante – ha detto Benini – spostare antenne simili su un edificio più o meno con le stesse altezze non comporta variazioni”. Queste considerazioni si basano sulla conoscenza dei vecchi dati: “Per poter fare i nuovi rilevamenti bisogna che le antenne vengano attivate”.

Ancora non attiva. L’antenna installata sul tetto del residence Montefeltro è di proprietà di Vodafone e Tim. “Non ci sarà neanche un secondo – ha sottolineato Benini – in cui le antenne saranno attive contemporaneamente. Non appena la nuova sarà attiva le aziende provvederanno alla dismissione di quelle sul Piero della Francesca. Infatti la telefonia cellulare funziona con impianti che coprono porzioni di territorio, le due antenne andrebbero a interferire e il sistema non funzionerebbe”.

Nessuna conseguenza per la salute. Anche se l’impianto è vicino alla scuola elementare, all’ospedale e alle abitazioni non c’è pericolo: “Il rischio – sempre secondo Benini – non si calcola sulle distanze ma sui limiti del campo elettromagnetico”. In Italia il limite su cui si calcola l’inquinamento elettromagnetico è di 6 volt al metro. In quella zona la media (con la vecchia antenna) si registrano valori inferiori a 1. “Il limite italiano – ha aggiunto – è già estremamente basso rispetto a quelli europei”.

La questione. I cittadini di Piansevero avevano espresso preoccupazione quando, a fine novembre, avevano notato una nuova antenna sull’ex hotel Montefeltro.  Così, lo scorso 24 novembre avevano convocato un’assemblea pubblica sul tema, alla quale erano presenti i consiglieri Pd. La segreteria del Pd, in un comunicato, chiedeva all’amministrazione comunale un monitoraggio della situazione e la pubblicazione dei dati, e valutava l’ipotesi di una mozione di sfiducia dell’assessore Cioppi. “Stiamo ancora valutando l’ipotesi sfiducia – dichiara il segretario dem Federico Scaramucci – il fatto che l’assessore abbia convocato una conferenza stampa per dare chiarimenti è riprova del fatto che abbiamo fatto bene. Ribadiamo – aggiunge – che sarebbe stato opportuno informare la cittadinanza preventivamente. Non siamo contrari allo sviluppo nelle telecomunicazioni, ma potevano approfittarne per trovare un altro sito, magari pubblico e non privato”, conclude il segretario Pd locale.

L’assessore Cioppi, durante la conferenza stampa, si è difeso dalle accuse di gestione improvvisata e a chi chiedeva le dimissioni ha risposto: “Speculare su temi della salute è inopportuno. Abbiamo operato nel massimo rispetto delle norme, collaborando con gli enti previsti dalla legge, ognuno nel rispetto delle proprie competenze. La salute dei cittadini è in mano a gente competente e esperta”.

L’iter per l’installazione delle antenne. Dalla Legge Gasparri in poi, per richiedere le installazioni di impianti di telefonia cellulare, ma anche radio e tv, il gestore deve presentare un’istanza, dopodiché a intervenire sono il Comune e l’Arpam, l’ Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche. Se il gestore non ha un diniego motivato, entro 90 giorni ha “diritto e dovere di installare”.

Possono bloccare la richiesta entrambi gli enti. Il primo solo in difesa del paesaggio architettonico e il secondo solo se il limite di inquinamento è superiore a quello previsto dalla legge (6 volt al metro). “Laddove venisse chiesto di installare un’antenna su un edificio storico – chiarisce l’architetto Roberto Imperato – l’iter sarebbe bloccato e il gestore dovrebbe riformulare l’istanza. Ad esempio in via Saffi – aggiunge – è stata annullata una richiesta perché incompatibile con il vincolo di tutela del centro storico”.

Cosa fa l’Arpam. È l’organismo che, in questo caso, dà il parere sull’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Se in base ai calcoli previsionali risulta anche un solo punto superiore ai limiti di legge in luoghi pubblici e centri abitati, le richieste vengono bocciate. Le rilevazioni sono ripetute anche dopo l’effettiva attivazione dell’impianto:

Una volta che il gestore attiva l’impianto, ricevuta la comunicazione, nei successivi 30 giorni l’ente è tenuto a misurare tutti i punti significativi. “In questo caso – ha dichiarato Benini – siamo disposti a fare delle misurazioni dove richiesto dal singolo cittadino o dal comitato: una terrazza, un appartamento, un condominio”.

Ma era necessaria questa installazione? Sono i gestori telefonici a valutare se e dove sostituire le antenne quello che può fare l’amministrazione è verificare che l’iter seguito sia corretto e ridurre il più possibile l’impatto, per questo “stiamo pensando di fare una conferenza di servizi con gli operatori” spiega Cioppi. Il Comune si occupa del lato edilizio e urbanistico, aggiunge l’architetto: “A Urbino ci sono antenne coperte bene, dietro alcune insegne, sugli alberi. Si cerca di integrare i pali di sostegno con l’ambiente circostante o se ci sono più gestori di accorpare le antenne su un palo unico. Poi lo sportello Unico, Asu, Arpam – continua-  esprimono gli altri pareri. Si possono fare comunque delle operazioni che impattano meno sul territorio, e questo rientra nelle nostre intenzioni”, conclude.