URBINO – “A Urbino si piange due volte. Quando si arriva e quando si parte. Perché è una città calda, a misura d’uomo”. Con queste parole Emilio Portanova, storico comandante dei carabinieri di Urbino prima e Fermignano poi, ricorda la terra che lo ha accolto ed è stata casa sua per quasi 30 anni. Portanova è andato in pensione dal primo gennaio del 2016, dopo aver prestato servizio nell’Arma per 41 anni. E dal 1987 la sua vita, la sua carriera, i suoi affetti, sono di stanza nell’urbinate.
Cinquantanove anni, originario di Bettola in provincia di Piacenza, è entrato nei carabinieri prima ancora della maggiore età. “Sono nato in una famiglia da sempre fedele all’Arma – ricorda con affetto il militare – mio nonno era carabiniere, i miei cugini sono carabinieri, mio padre era carabiniere. Ed è morto in servizio quando avevo pochi mesi, a causa di un incidente sulla moto d’ordinanza”. Così all’età di 17 anni Portanova si è arruolato entrando nell’Onaomac, l’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri, prestando servizio prima nel frusinate e poi a Roma. È poi del 1987 il trasferimento a Urbino come addetto al nucleo operativo, mentre nel 1989 resta per un anno nella squadra di polizia giudiziaria. “Dal 1990 – prosegue il comandante – ho diretto il reparto radiomobile fino al 1994, per poi essere promosso a vicecomandante”. Ruolo ricoperto fino al 2000, anno nel quale Portanova è diventato comandante della stazione.
“Sotto il mio comando – continua – abbiamo eseguito diverse operazioni importanti. In particolare ricordo la grossa nevicata del 2012, quando abbiamo salvato una persona ormai in ipotermia e fatto partorire una madre bloccata in casa dalla neve”. E proprio nel 2012 è arrivato il trasferimento alla stazione di Fermignano, sempre nel ruolo di comandante, e un anno dopo il riconoscimento dei suoi servizi da parte del capo dello Stato con la nomina a Cavaliere della Repubblica. Infine, prima del suo pensionamento, l’encomio solenne da parte del sindaco Giorgio Cancellieri. “Ringrazio tutte le istituzioni e tutta la cittadinanza – conclude Portanova – mi hanno sempre accolto con affetto e calore e il mio cuore, la mia famiglia, i miei affetti, risiedono tutti in questa terra”.