di CLAUDIO ZAGO
URBINO – Dopo la fine dell’embargo, le industrie marchigiane si preparano a tornare in Iran e a triplicare l’export del 2014 nel giro di tre anni. Il potenziale c’è ed è notevole: un Paese da 80 milioni di potenziali consumatori con un’età media di 30 anni, il cui Pil, secondo la Banca Mondiale, dovrebbe crescere del 5,8 per cento, con un reddito medio pro capite di 17.000 dollari.
L’export marchigiano. Secondo la Cna Marche le imprese della nostra regione hanno sofferto, e non poco, l’inasprimento del rapporto tra l’Italia (e in generale l’Europa) e la Repubblica Islamica. Prima che scattassero le sanzioni nel 2006, le imprese marchigiane vendevano merci e prodotti per 35,5 milioni di euro. Nel frattempo questa cifra si è assottigliata di oltre un terzo: nel 2014 l’export era calato a 21,7 milioni per arrivare a 10,7 nei primi nove mesi del 2015.
Una fiera per ricominciare. Diverse imprese della provincia di Pesaro-Urbino hanno quindi buone ragioni per festeggiare il ripristino delle normali relazioni commerciali tra Italia e Iran. Tra queste c’è anche la Biesse di Pesaro, specializzata nella lavorazione del legno massello e materiali compositi. La Biesse, infatti, a fine mese presenzierà a una importante fiera di settore a Teheran, l’International exhibition of Accessories, Furniture machinery, Equipment and related Industries 2016, conosciuta anche come Woodex, che si terrà da domenica 31 gennaio a mercoledì 3 febbraio.
“All’evento, Biesse si presenta con quasi tutta la gamma di prodotti che la caratterizzano nell’area: centri di lavoro pode & rail e flat table, sezionatrici, bordatrici e foratrici flessibili”, ha spiegato al Ducato Renato Manganelli, direttore Biesse Turkiye e Biesse Middle East. “La partecipazione -continua- di tutti i Product Specialists a questo importante appuntamento è un segnale inequivocabile di quanto Biesse creda nella ripresa del mercato iraniano”.
Per quanto entusiasta per le nuove opportunità all’orizzonte, Manganelli non nasconde le difficoltà che l’ingresso in un mercato come quello iraniano può comportare: “Ad oggi -spiega- sono ancora da definire le regole che guideranno le transazioni bancarie verso gli istituti di credito al di fuori del paese, una situazione che di fatto sta rallentando ancora l’auspicata apertura commerciale”.
I settori della meccanica, della tecnologia e dell’agroalimentare sono le eccellenze marchigiane su cui Cna Marche punta per compiere lo sbarco in terra persiana. “A causa delle sanzioni – commenta Giovanni Dini, direttore del Centro studi sistema Cna di Pesaro e Urbino – l’Iran è rimasto indietro nell’adeguamento delle proprie attrezzature industriali, che sono in gran parte obsolete. Data la competitività delle produzioni regionali nel settore, per l’export marchigiano si apre una stagione di buone prospettive, con l’obiettivo di triplicare l’export del 2014 nel giro di due o tre anni”, conclude Dini.
La sfida delle piccole imprese. Forniture meccaniche ad alta tecnologia, macchine per impianti e meccanica in generale sono i settori su cui far leva anche secondo Alberto Barilari, presidente della Cna Pesaro e Urbino: “È un mercato interessante quanto difficile da intercettare, tanto più per le piccole imprese”, ammette Barilari. “Internazionalizzazione e piccole aziende – spiega – spesso mal si conciliano, perché andare all’estero è difficile e costoso. Bisogna investirci tempo e denaro. Tradurre in realtà le aspirazioni, per le piccole imprese non è semplice. È una grossa opportunità, ci sarà da lavorare”.