di NICOLA PETRICCA
URBINO – “Servirebbe una capra, lavora gratis”: così un cittadino segnala nel gruppo Facebook “L’Urbino che non voglio!” lo stato della Fortezza Albornoz, coperta da erbacce. Due foto di un lato della struttura e la scritta ironica che sottolineano la scarsa manutenzione del monumento. Un compito che spetta al Comune che, però, non riesce a occuparsene per carenza di personale.
“È una situazione comune a tutti i centri storici – spiega la soprintendente ai Beni Culturali di Urbino, Agnese Vastano – le piante infestanti, come edera, capperi e fichi, si infiltrano nei buchi tra i mattoni delle mura. I loro semi vengono portati dal vento o dagli animali, come i piccioni. Le radici crescono dove trovano spazio e devono essere rimosse interamente per evitare che ricrescano”. Il problema, quindi, può sorgere non solo da una mancata manutenzione, ma anche da una manutenzione non corretta. Per la soprintendente comunque “la Fortezza non corre un rischio concreto, soprattutto perché è stata restaurata di recente. Di certo, è importante estirpare interamente le piante e chiudere i buchi tra i mattoni con la malta. In questo modo le piante non trovano più né lo spazio per crescere. Senza le malte, peraltro, negli anni, può verificarsi un cedimento dei mattoni”.
Le rassicurazioni sullo stato della Fortezza arrivano anche dalla soprintendenza ai Beni culturali delle Marche. “Le erbacce sulla struttura creano un problema dal punto di vista estetico ma non strutturale – spiega Biagio De Martinis, responsabile dell’unità operativa di Pesaro e Urbino – il pericolo può nascere nel momento in cui invece delle erbe cominciano a crescere le piante infestanti. In ogni caso, occorrono molti anni perché una pianta cresca al punto da diventare una minaccia per la struttura. La Fortezza è al momento in concessione al Comune di Urbino che dovrebbe occuparsi della manutenzione”.
Le erbe infestanti non crescono solo sulle mura della Fortezza, ma anche su quelle esterne del Parco della Resistenza, le stesse mura cittadine o in luoghi come il campanile della chiesa di San Francesco. Il Comune, però, non riesce a fare fronte all’opera di manutenzione necessaria. “Stiamo facendo un appalto per affidarla a un’impresa esterna perché solo con i nostri operai non ce la facciamo – commenta il sindaco, Maurizio Gambini – non ci sono abbastanza unità e non ci è permesso assumere. Avremmo la disponibilità economica per farlo, ma le norme nazionali non ce lo permettono”. La carenza di personale è dovuta alla mancata sostituzione di chi è andato in pensione: “Parliamo di un calo del 20% del personale, a fronte di nuovi ingressi pari solo al 2% perché non possiamo assumere, pur avendo le risorse in bilancio. Abbiamo dovuto fare della mobilità interna perché gli uffici anagrafe, elettorale e tecnico erano rimasti senza personale e qua non possiamo affidarci a esterni. Per i lavori pubblici invece, non potendo assumere, dobbiamo fare degli appalti”.