di VALENTINA RUGGIU
URBINO – Via la lungodegenza, chiusi i punti di primo intervento. Alla fine sarà questo il risultato della “nuova” delibera sugli ospedali approvata il 22 febbraio dalla Giunta regionale delle Marche. Le strutture di Sassocorvaro, Cagli e Fossombrone diventeranno “ospedali di comunità” e i sindaci di Area Vasta 1 dovranno ingoiare il rospo. Ma non subito, avranno tempo fino al 31 dicembre 2016. La riforma dunque resta immutata, si tratta solo di un rinvio a fine anno. I sindaci dell’entroterra quindi non possono dirsi soddisfatti: “La stampa ha trattato la questione come una vittoria, ma non cambia nulla rispetto a prima” è il commento del sindaco di Urbino Maurizio Gambini al Ducato.
Si conclude così, almeno per ora, il travagliato percorso della “delibera della discordia”, quella votata il 22 dicembre 2015 e congelata a gennaio in seguito alle proteste dei sindaci e dei lavoratori.
Perché i sindaci non possono festeggiare. Nonostante le modifiche apportate al testo di dicembre scorso, l’obiettivo finale è rimasto lo stesso: i punti di primo intervento resteranno h24 per poi passare a metà servizio e infine chiudere. La lungodegenza, ora ripristinata, verrà sostituita con posti letto di cure intermedie. Le richieste accolte dalla Giunta, quindi, sono state solo quelle della commissione Sanità e non quelle dei sindaci dei comuni interessati. Loro avevano chiesto la totale sospensione della delibera. “La Regione ha solo rimodulato i tempi della riforma. O Almeno così sembra perché in realtà il testo non lo abbiamo ancora letto – continua Gambini – anzi nessuno sapeva che sarebbe stata discussa e votata lunedì. Perché, a parte il consigliere regionale del M5S Piergiorgio Fabbri, né Ceriscioli (con cui i sindaci di Area Vasta 1 si erano incontrati il mese scorso ndr), né gli altri rappresentanti regionali ci hanno avvisati”.
Colpe ammesse e “ritirate”. “Ceriscioli tempo fa ha ammesso palesemente di aver sbagliato, ha chiesto scusa ai sindaci affermando che si sono sbagliati i tecnici e ora, a distanza di tempo, tutto torna al punto di partenza”. Il sindaco urbinate ha già chiamato i colleghi di Cagli e Fossombrone per organizzare la prossima mossa, ma “prima di tutto dobbiamo conoscere bene il contenuto su cui hanno deliberato”.
Eppure c’è chi grida alla vittoria. Come il consigliere regionale Gino Traversini (Pd) che al Resto del Carlino ha commentato: “La questione si chiude con soddisfazione” perché “il punto di primo intervento rimarrà aperto per 24 ore e ci sarà la lungodegenza”. Una confusione forse giustificata dal fatto che il testo in realtà nessuno l’ha visto, come precisato già dal sindaco urbinate e ribadito anche dal consigliere regionale M5s Piergiorgio Fabbri.
Per Fabbri “i sindaci che dichiarano vittoria si stanno accontentando delle briciole. Sostenere che sono state accolte le richieste fatte alla Regione significa fare campagna elettorale in vista delle vicine elezioni comunali”. Sulla questione si era già espresso in sede di Consiglio regionale: “La giunta sta dimostrando una volontà di andare avanti in modo cieco e senza accordo con le altre parti. E’ una riforma sanitaria che svuota gli ospedali dell’entroterra di ogni assistenza seria.”.
L’eliambulanza. La perdita di qualità dei servizi preoccupa anche Gambini: “Se vogliono pianificare una revisione delle strutture lo si deve fare continuando a garantire gli stessi servizi: l’ammalato, l’infartuato o qualsiasi altro tipo di paziente deve essere portato nel primo pronto soccorso funzionante entro 20 minuti. E, per come è stata pensata la riforma, noi non siamo nelle condizioni di riuscirci”. Per assicurare un’assitenza tempestiva il sindaco di Urbino propone l’uso di un’ eliambulanza che voli anche di notte. “Sì perché non abbiamo piloti abilitati al volo notturno, con nebbia o brutto tempo”.