A scuola di legalità: i ragazzi del ‘Della Rovere’ di Urbania simulano un processo al tribunale

I protagonisti del processo simulatoI protagonisti del processo simulato
di YURI ROSATI

URBINO – Al tribunale di Urbino c’è un imputato per rapina e aggressione. Sia lui che la vittima sono nati dopo il 2000. Una folla silenziosa di ragazzini assiste all’udienza. Ma in realtà si tratta di una simulazione.

L’iniziativa si chiama Metto un like alla legalità e vuole avvicinare i giovani ai temi della cittadinanza e del diritto. L’udienza simulata si è svolta sabato 6 maggio al tribunale di Urbino con protagonisti gli studenti dell’Istituto omnicomprensivo ‘Della Rovere’ di Urbania. Lo spunto è stato un caso di rapina e bullismo, realmente accaduto nel novembre del 2015. Sulla base di questo gli studenti hanno inscenato un processo penale con la ‘complicità’ del giudice Egidio De Leone, del pubblico ministero Simonetta Catani, dell’ispettore di polizia Flavio Salvi e degli avvocati Emanuele Aluigi e Mauro Gregorini.

Sotto gli occhi attenti dei compagni, alcuni degli allievi dell’ultimo anno di scuola media hanno vestito i panni e le fasce tricolori dei membri della giuria popolare, uno di loro ha interpretato la parte della vittima, uno era alla sbarra come imputato e altri ancora sono stati chiamati a testimoniare dall’accusa e dalla difesa. “Prima di tutto abbiamo preparato i ragazzi sulle nozioni di diritto e procedura penale – racconta la professoressa di diritto ed economia Loretta Leonardi, referente del progetto – poi abbiamo fatto un vero e proprio casting per individuare quelli più entusiasti e brillanti a cui assegnare le parti”.

Il processo

Il caso specifico trattava del furto di una piccola somma di denaro e delle minacce di un bullo ai danni di un coetaneo all’uscita della scuola. Non sono mancati i colpi di scena e qualche leggero scivolone da parte dei giovani attori che, nel complesso, hanno reso ancor più reale la simulazione.

La proiezione di un video a sostegno dell'accusa

La proiezione di un video a sostegno dell’accusa

Il giudice De Leone, che ha presieduto la seduta, ha spiegato con chiarezza ai ragazzi le varie fasi dell’udienza e ha sottolineato la funzione fondamentale del processo: riconoscere la colpevolezza o l’innocenza di un imputato per evitare la vendetta privata.

A nulla è valsa l’arringa finale con cui la difesa ha chiesto l’assoluzione dell’accusato. Un video, ripreso dalle telecamere di sorveglianza e riprodotto in aula, ha inchiodato il bullo e la giuria ha votato all’unanimità per una condanna a due anni e due mesi di reclusione, un risarcimento di 5.000 euro alla parte lesa e il pagamento delle spese processuali.

“Si tratta di un percorso molto importante che aiuta i ragazzi a crescere in maniera consapevole e nel rispetto delle regole” ha spiegato il giudice De Leone al termine dell’udienza.