di MAURO TORRESI
URBINO – Ombre danzanti in continua metamorfosi. In Magic Shadows gli esseri umani danzano, si uniscono e si trasformano, prendendo le sembianze di animali, oggetti e giganti creature mitologiche. Sul palco del teatro Sanzio martedì 23 febbraio è andato in scena lo spettacolo delle ombre cinesi. Uno show ideato nel 2008 dal coreografo americano Adam Battelstein che ha stregato il pubblico di America’s Got Talent prima e il pubblico dell’edizione italiana del programma poi.
Il collettivo. Dal successo televisivo è nata una serie di tournée in diversi Paesi, Italia inclusa. Così come in tv, è il collettivo Catapult a danzare. Ballerini classici, acrobati, ginnasti, attori di mimica: la compagnia ha bisogno di più figure per mettere in scena performance del genere. Raramente gli artisti si fanno vedere sul palco. Passano tutto il tempo dietro a un telone bianco sul quale sono proiettate le loro ombre. E’ dietro la tela, nello spazio nascosto agli spettatori, che avviene la “magia”: i protagonisti dello show si muovono davanti a un faro, simile a quello di un proiettore, e al pubblico è restituito il risultato. Non solo corpi di ballerini, perché gli artisti possono avvicinarsi e creare forme più grandi, anche usando piccoli strumenti. Così, la silouhette di una danzatrice può evolvere in pochi secondi in un dromedario o in un grosso drago dalla bocca fumante, ma anche in un elicottero pronto a decollare.
Il ‘format’ italiano. I membri della compagnia italiana, che sarà in scena fino al primo marzo con l’ultima data di Argenta (in provincia di Ferrara), sono stati selezionati con dei casting. A Urbino lo show è guidato da Jun Lee, aiuto-coreografa di Battelstein. Dopo aver partecipato al talent-show “gli italiani ci riconoscono – dice Jun Lee qualche istante prima delle prove – ho partecipato ai due show ed è stato fantastico”.
Lo show al Sanzio. I nove ballerini della compagnia sono usciti dal loro spazio ‘nascosto’ solo poche volte, una di queste all’inizio dello spettacolo. Poi si è acceso il faro dietro alla tela bianca. Musica classica e trionfi ‘naturali’: boccioli di fiori interpretati dalle ballerine rette dalle gambe dei colleghi, corpi trasformati in oche in uno stagno, fino a cigni che si muovono accompagnati dagli archi di Antonio Vivaldi. In Magic Shadows i corpi si fanno piccoli, poi diventano grandi come un sipario e sembrano schizzare e esplodere, tra una forma e l’altra.
Poi, momenti dedicati all’amore di coppia, con l’ombra nera di due giovani amanti che all’improvviso diventano anziani. Basta aggiungere qualche accessorio di scena, come un berretto o un fazzoletto in testa. La lotta contro il tempo che passa diventa lotta tra uomo e animale, con i pinguini prima e tra pinguini e uomini tramutati in orso poi. A ogni sopresa, un applauso del pubblico.
L’INTERVISTA A JUN LEE
I Catapult propongono anche il tema della guerra. Militari, fucili, chitarre elettriche pesantemente distorte e un muro di Berlino di filo spinato che inghiotte le persone e che ricorda i ‘muri’ dell’Europa di oggi. Magic Shadows è uno spettacolo veloce che tocca più temi. C’è anche il fantasy. Dopo l’amore, la guerra e le lotte, sul finire spunta un drago, sotto gli occhi stupiti degli spettatori più piccoli.