di Leonardo Grilli
PENNABILLI – Forse Leonardo si fermò proprio su queste alture, che dominano la Valmarecchia, e da qui prese spunto per dipingere il paesaggio che fa da sfondo al suo capolavoro più celebre: la Monna Lisa. Da oggi sarà possibile osservare dal vivo le colline, i fiumi e le valli alle spalle della “Gioconda”, grazie a due punti di osservazione installati dalla Regione Emilia Romagna e finanziati dal Gruppo di Azione Locale Montefeltro, all’interno del progetto “Montefeltro, terra della Gioconda”. Si tratta di due ‘vista point’, realizzati nel territorio di Pennabilli (Rn): al Roccione e al Monte Costagrande. Da qui i turisti, indirizzati sul posto da apposite segnaletiche, potranno riconoscere la parte destra del dipinto. E, in particolare, il primo tassello in basso mostra la zona del ponte sul fiume Marecchiae l’abitato di Pennabilli.
Secondo le ipotesi delle “cacciatrici di paesaggi” urbinati, Rosetta Borchia e Olivia Nesci, sarebbe infatti il paesaggio del Montefeltro, a cavallo tra Emilia Romagna, Marche e Toscana, a fare da sfondo ad alcuni tra i più celebri quadri rinascimentali, e tra essi proprio il dipinto più famoso del mondo. Con un metodo che ha affiancato l’esperienza della prima, pittrice e fotografa di paesaggi, con quella della seconda, geomorfologa, fra il 2006 e il 2008 le studiose hanno capito che è tra i picchi e le rupi calcaree della Valmarecchia e le dolci colline della valle del Metauro che vanno cercati gli scenari di alcuni tra i più grandi capolavori del Rinascimento italiano.
L’avventura è iniziata con l’individuazione di un primo elemento del fondale che è alle spalle di Federico da Montefeltro, nel Dittico dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca che vede come sfondo la Vallata del fiume Metauro nel territorio dell’antico Ducato di Urbino. Per l’eccezionalità della scoperta la Borchia ha dato inizio a una serie di ricerche storico-artistiche che, insieme alle indagini scientifiche della Nesci, porteranno al riconoscimento di tutti gli sfondi del Dittico (ritratti di Battista Sforza e di Federico da Montefeltro e I Trionfi).
Nel 2008 la scoperta più importante: il ritrovamento del paesaggio della Gioconda di Leonardo da Vinci tra Romagna, Marche, Toscana e Umbria. Grazie alla tecnologia informatica il territorio viene rilevato e analizzato con strumenti diagnostici innovativi, come l’utilizzo di droni che hanno permesso di effettuare voli ad alta quota per osservare con lo stesso “punto di vista” dei grandi pittori. Da allora sono stati necessari quattro anni di duro lavoro prima di mettere per iscritto e svelare la scoperta finalmente presentata nel dicembre 2012 col saggio edito da Electa Codice P, Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda. In cui si svela una nuova verità, supportata dagli studi dello storico Roberto Zapperi e dalla paleolografa di Urbino Anna Falcioni: la Gioconda non sarebbe Lisa Gherardini del Giocondo ma Pacifica Brandani, dama di Urbino e amante di Giuliano de Medici ospite per un decennio alla corte di Guidubaldo da Montefeltro.
E proprio dalle scoperte presentate nel libro è nato il progetto “Montefeltro Vedute Rinascimentali”, realizzato dall’Associazione omonima grazie al supporto della Regione Emilia-Romagna e della Regione Marche, e di cui fa parte anche “Montefeltro, terra della Gioconda”. Una nuova forma di turismo culturale che grazia alle scoperte delle due studiose permette di viaggiare attraverso gli scenari reali dei capolavori rinascimentali, creando un concetto di museo “itinerante” che immerge direttamente negli paesaggi vissuti centinaia di anni fa da pittori come Piero della Francesca o Leonardo da Vinci.