di WILLIAM MARZI
URBINO – “È stato un risultato molto importante per noi e per l’Europa. Quella di Wilders e dei populismi è una sconfitta sorprendente e pesantissima”. Jos van Lent, olandese di 49 anni, da 8 vive in Italia dove è docente di letteratura araba per l’Università di Urbino.
Lui ci aiuta a fare chiarezza sulla situazione del Paese che per giorni ha tenuto col fiato sospeso l’intera Europa. L’Olanda ha detto no all’euroscetticismo di Geert Wilders, confermando i liberali di Mark Rutte come primo partito. Ma perché gli olandesi sono quasi finiti nelle mani di un leader xenofobo? E quale futuro può attenderli? Secondo van Lent alla base di tutto c’è il troppo benessere, che ha reso gli olandesi un popolo viziato…
Prima di tutto professor van Lent vorremo sapere se anche lei è tra quell’altissimo 82% di elettori che si è presentato alle urne.
Sì, anch’io ho votato. Il nostro voto all’estero è davvero ben organizzato
Ha temuto che la vostra Olanda potesse finire fuori dall’Europa?
Questo no, l’Unione Europea è troppo importante per il nostro piccolo paese e lo si è visto anche ora nel confronto con la Turchia: abbiamo bisogno di un alleato forte dalla nostra parte. La nostra politica ha attaccato l’Europa perché è questa la moda del momento ma tutti, Wilders escluso, vogliono restarci.
In ogni caso il Pvv, partito antieuropeista e liberale, ha guadagnato tanti consensi. Perché il suo paese stava per finire in mano all’ideologia dell’intolleranza?
Mi è parso molto strano, ho parlato con amici e parenti che vivono ancora in Olanda e l’idea che mi sono fatto è che siamo un po’ ostaggi del tema dell’identità nazionale e dell’immigrazione.
Eppure l’immigrazione è da tempo un fenomeno presente in Olanda.
Sì non è un fenomeno nuovo e anche il populismo esiste dai primi anni 2000 (il pioniere fu Pim Fortuyn prima di venire ucciso, nel 2002, da un ambientalista, ndr). E poi il partito di Wilders ha preso voti soprattutto nelle piccole città che non vivono un vero problema migranti. Per esempio nel mio piccolo paese di provincia vivono al massimo 15 tra turchi e marocchini ma tanti hanno votato Wilders.
Quindi perché lo hanno votato?
In Olanda c’è la classica lamentela del “nessuno ci ascolta” che abbiamo visto anche in America e in Italia. Ma mentre qua in Italia, con permesso, vedo tanti problemi economici e sociali nei Paesi Bassi non ce ne sono. Tutto va bene economicamente e siamo tornati ai livelli pre-crisi. Credo semplicemente che siamo un popolo molto viziato, che ha paura di perdere ciò che ha.
In questa fase della storia siamo immersi nel confronto tra partiti di sistema e partiti anti-sistema, l’ennesimo governo di grandi intese non può essere un rischio di futuro rilancio per Wilders? Intanto ha già annunciato che non vi siete liberati di lui.
Certo quel tipo di confronto sarà il futuro, ma difficilmente Wilders entrerà al governo, né ora né tra qualche anno. Avrà sempre un certo numero di consensi ma grazie al sistema proporzionale olandese non potrà mai formare un governo. Ma vorrei sottolineare un’altra cosa su queste elezioni.
Ci dica.
I giornalisti di tutta Europa hanno sempre e solo parlato di Wilders ma ci sono stati altri temi più interessanti. Il Partito laburista, quello che è il vostro Pd, ha perso tantissimi voti (dai 38 del 2012 agli attuali 9, ndr). Erano al governo insieme a Rutte e hanno pagato le misure di austerità. Misure necessarie ma che il popolo ha associato a loro.
Come lo vede il prossimo governo olandese?
I liberali cercheranno una coalizione con la democrazia cristiana e i liberali di sinistra ma non basteranno, per formare un governo ci sarà bisogno di almeno 4 o 5 partiti. Perciò si cercherà un appoggio dei Verdi che sono i veri vincitori delle elezioni (da 4 a 16 seggi, ndr), e di qualche piccolo partito protestante.
Parliamo del caso Olanda-Turchia. Poche volte negli ultimi anni abbiamo visto una guerra diplomatica così aspra in Europa.
Questo ha tutto a che fare con la situazione interna della Turchia e io non mi preoccupo tanto. Ho l’idea che la Turchia abbia cercato il conflitto ad ogni costo e noi ci siamo cascati.
Tutto è iniziato coi comizi negati dall’Olanda alla questione referendaria turca ed è finita tra insulti, minacce e la chiusura dell’ambasciata olandese ad Ankara. Sarebbe stato meglio lasciarli fare quei comizi?
Noi abbiamo solamente consigliato di spostarli a dopo le elezioni ma sarebbe stato molto più furbo consentirli. La Turchia ha cominciato ad attaccare e la situazione è precipitata ma sono convinto che tra qualche tempo nessuno ne parlerà più.
Rutte ha reagito alla situazione difendendo l’identità nazionale, è stata la mossa vincente per la sua rielezione?
Sì, gli ha permesso di porsi come un vero statista togliendo tanti voti a Wilders. Penso che il governo abbia gestito bene una situazione diventata delicata, come bene aveva gestito i precedenti 4 anni sia dal punto di vista sociale che economico. Sono convinto che molti olandesi pensino lo stesso.