di FEDERICA OLIVO
URBINO – Per alcuni abitanti del centro storico, la presenza degli studenti fuori sede è ancora un problema e lo hanno fatto presente al sindaco, Maurizio Gambini, nel primo degli incontri con la popolazione, che si è svolto al Collegio Raffaello il 20 aprile. E il primo cittadino sta pensando a un ulteriore giro di vite sugli orari dei locali.
Almeno tre gli elementi che suscitano il disappunto dei residenti: al chiasso nelle ore notturne si aggiunge, secondo alcuni, anche il fatto che l’economia della città si fondi principalmente sull’università, penalizzando altri settori, come ad esempio l’artigianato. Gli urbinati intervenuti all’incontro ritengono inoltre che uno dei motivi che hanno indotto gli urbinati ad abbandonare il centro storico sia stata proprio la vita notturna troppo movimentata degli studenti.
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La linea dell’amministrazione: priorità al turismo
“Gli studenti sono da secoli presenti nella nostra città e all’amministrazione interessa che non diminuiscano, ma la nostra priorità è il turismo”, ha sostenuto il sindaco Gambini nel corso dell’incontro.
Per limitare gli schiamazzi notturni il sindaco, dopo aver “liberato la piazza” (“Vi ricordate quando c’erano persone ubriache già dalle sei del pomeriggio?” ha sottolineato), pensa ad altri provvedimenti: “Sto valutando di anticipare la chiusura dei locali all’una e mezza, per evitare che le persone che abitano nei vicoli sentano rumori fino a notte fonda”.
L’amministrazione ha però in cantiere anche la realizzazione di spazi che possano essere utilizzati nel tempo libero senza disturbare i residenti. “Bisogna ricordare – ha concluso il sindaco – che la città non è solo degli studenti, anche se gli universitari sono parte della nostra realtà”.
I residenti: “L’amministrazione faccia rispettare le regole”
Per gli abitanti del centro storico, le ordinanze già attuate dall’amministrazione per venire incontro alla loro richiesta di quiete, non bastano: “Abbiamo chiesto al sindaco e al prefetto di intervenire perché la situazione, soprattutto il giovedì sera, è per noi insostenibile”, spiega Michele Felici, portavoce del Comitato dei residenti del centro storico. “C’è un’ordinanza che impone che dopo mezzanotte debbano cessare gli schiamazzi in strada, ma non viene mai rispettata e siamo costretti a sentire rumori fino all’alba. Vogliamo che vengano osservate le regole e che gli studenti rispettino i residenti”.
Per Felici i problemi principali sono comunque causati da una minoranza: “Credo che, a fronte delle migliaia di studenti presenti a Urbino, quelli che non rispettano le regole siano poco più di un centinaio. Questa minoranza non è ben vista neanche dagli altri studenti: io stesso ho ricevuto più volte segnalazioni di universitari che, a causa del comportamento dei loro colleghi non riuscivano a riposare né a studiare”.
Per il portavoce del comitato, gli universitari possono essere una risorsa per Urbino solo se “si comportano come tali e rispettano la cittadinanza”.
Ma non sono solo la musica dei locali e le urla degli studenti ad amareggiare gli urbinati: “Il fatto che l’economia urbinate graviti intorno all’università ha comportato che i residenti abbiano puntato tutto sulla rendita, tralasciando altre attività importanti. Gli urbinati hanno perso la cultura del lavoro” ha affermato un altro residente durante l’incontro. D’accordo anche il sindaco che, rispondendo a una domanda, ha sostenuto: “Gli studenti sono una risorsa per la città, ma aver basato l’economia su di loro ha comportato la morte di altri settori economici nella città”.
La replica degli studenti
“Non riesco a capire le proteste dei residenti, soprattutto dopo le ordinanze che limitano, in maniera forse anche troppo restrittiva, il consumo di alcool nel centro storico”, afferma Gianmario Doka, presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Urbino. “Credo che gli urbinati avrebbero più da lamentarsi se a questa città venissero a mancare i soldi degli affitti. Gli universitari sono una grande risorsa per questa città. Se diminuissero, sarebbe sicuramente un problema per l’economia di Urbino”.
Se con i residenti il rapporto continua a essere burrascoso, tra amministrazione e le organizzazioni studentesche c’è stato un avvicinamento: “Negli ultimi tempi il Comune ci è venuto incontro, patrocinando anche alcuni eventi organizzati dalle associazioni universitarie. Sembra che gli abitanti di Urbino non vogliano cercare una mediazione e si lamentino della loro presenza a prescindere dal loro comportamento”.
Secondo Gianmario Doka, all’incontro del 20 aprile l’amministrazione avrebbe dovuto invitare anche gli studenti: “sono molto dispiaciuto del fatto che non siamo stati invitati a partecipare a questo confronto. Sono una parte importante del centro storico e sarebbe stato giusto interpellarli: è anche da questi gesti che può cominciare il processo di integrazione tra urbinati e studenti fuori sede”.
Ma se i residenti si lamentano degli universitari, anche loro hanno qualcosa da dire ai cittadini: “Urbino è una città che non offre i servizi adeguati”, sostiene Chiara, studentessa di informatica. “Molte abitazioni che vengono affittate agli studenti sono fatiscenti e, quindi, un pericolo per la nostra sicurezza. I prezzi dei trasporti sono, poi, eccessivi. Alla città mancano, infine, luoghi di svago e posti dove poter studiare”.
La soluzione potrebbe essere creare luoghi dedicati ai giovani: “se il comune realizzasse, anche fuori dalle mura, delle strutture per il tempo libero, molti dei problemi lamentati dagli urbinati non esisterebbero più”, afferma Leonardo, studente di filosofia.