Ordinanza anti-alcol e chiusura locali, Urbino la più ‘proibizionista’. A Perugia e Bologna si può fare l’alba

Il Bosom pub di Urbino
di VIRGINIA CAMERIERI

URBINO – A sentirsi penalizzati saranno ancora una volta gli universitari che vedono ridimensionati i propri spazi di svago. Dopo la discussa decisione, datata 2014, del sindaco Maurizio Gambini di vietare il consumo di alcolici al di fuori dei locali di vendita, arriva una nuova proposta, quella di anticipare la chiusura di bar e pub del centro all’una e mezza del mattino.

Non ancora confermata da un’ordinanza, l’intenzione è trapelata durante l’incontro fra Sindaco e cittadini nella Sala Serpieri del Collegio Raffaello, il primo di un ciclo dal titolo “Conosciamoci meglio”.

La legge consente agli esercizi commerciali piena libertà sugli orari di apertura. Ma “la normativa nazionale – ha spiegato il Sindaco – permette all’amministrazione comunale di regolare l’orario di chiusura dei locali”. Questo nel caso venga accertata la lesione di interessi pubblici quali sicurezza, utilità sociale, ordine pubblico e salute. Ed è proprio la tutela dell’interesse pubblico (quello a dormire sereni) alla base dell’idea del primo cittadino di Urbino.

Le altre città: Perugia e Bologna senza orari di chiusura. Urbino la più ‘proibizionista’

A Perugia, forse la città universitaria più simile a Urbino, un’ordinanza del 2009 ha fissato all’una e 30 il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche nel centro storico. Nessun obbligo è previsto per l’orario di chiusura dei locali. Bologna dopo le 1.00 non permette di bere alcolici fuori i locali, a meno che il cliente non accetti un bicchiere di plastica. Anche in questo caso non esiste un orario di chiusura collettivo. Nei bar pisani è consentito ai clienti che hanno pagato il drink di consumarlo entro e non oltre la mezzora successiva all’orario di fine vendita, cioè le 1.00.

A Macerata, altra città universitaria, le attività commerciali devono rispettare il limite massimo delle 14 ore lavorative, con chiusura non oltre le 3. Molto meno permissiva Siena. Per gli esercenti è fissato l’orario di lavoro giornaliero da un minimo di cinque a un massimo di 18 ore. Orari comunque da comprendere obbligatoriamente tra le 5.00 e le 1.00.

Sugli alcolici anche le altre città hanno dei ‘paletti’, ma non così rigidi come quelli di Urbino. Nella città ducale, infatti, è vietato anche solo passare nel centro storico con alcolici “in contenitori di vetro e plastica” dalle 20 e 30 alle sette del mattino. Inoltre non è consentito consumare alcolici fuori dai locali per tutte le 24 ore.

Un caso interessante è quello di Ferrara. Nel 2015 il Comune ha fissato a mezzanotte e mezza la chiusura degli esercizi commerciali. La decisione è stata dichiarata dall’Antitrust non conforme alle regole sulla concorrenza. Tuttavia l’ultima parola sulla vicenda è quella della Corte Costituzionale che ha puntualizzato come la tutela degli interessi costituzionalmente rilevanti (sicurezza, ordine pubblico, utilità sociale e salute) non possa mai collocarsi in secondo piano rispetto alla liberalizzazione degli orari. E dà quindi ‘ragione’ a Gambini.