Rivive in un libro il passato delle “donne senza storia”, protagoniste della vita urbinate

di DANIELE ERLER

URBINO – Sono donne senza storia o, meglio, la loro vita non era mai stata raccontata finora. Rivivono in un libro che sarà presentato in occasione della Festa delle donne oggi, venerdì 9 marzo, alle 11 al polo universitario Paolo Volponi. Lo hanno scritto sei autrici, Ilaria Biagioli – docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia – è una di loro: “È la conclusione di un progetto finanziato dal Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) nel 2014 – spiega –. Abbiamo fatto una ricerca storica e didattica sulle donne locali, tutte con una storia che finora era sconosciuta”.

Sono una settantina di donne, alcune di loro sono legate a Urbino. Come Ida Busetto (1919-2010), un’imprenditrice agricola originaria di Montecalvo in Foglia. “Aveva una stalla con le mucche e negli anni Settanta è diventata la più grande di tutte le Marche – dice Biagioli – Tutto il lavoro era automatizzato, sul modello delle stalle del nord. Era una donna normale che però ha portato nelle campagne urbinati le innovazioni tecnologiche, migliorando le condizioni di vita di tanti contadini ex mezzadri: non si concentrava sull’aspetto economico, ma coltivava l’umanità”.

O come la parmense Pierina Scaramella (1906-1992, nella foto sopra), scienziata ebrea che ha vissuto le discriminazioni delle legge razziali, si è dovuta nascondere e ha potuto pubblicare alcune ricerche solo facendole firmare ai suoi studenti. “Approdata a Urbino, ha inventato i corsi estivi di erboristeria e ha diretto l’orto botanico, diventando una ricercatrice a livello internazionale”.

Tutte hanno vissuto fra Ottocento e Novecento e hanno provato sulla loro pelle un grande paradosso della storia. Quando, dopo la Rivoluzione francese, si parla di uguaglianza e libertà, le donne sono comunque sistematicamente escluse. “Le donne non avevano cittadinanza – ricorda Biagioli – e anche quando finalmente hanno conquistato il diritto di voto, comunque hanno continuato a subire discriminazioni. E succede ancora oggi, come dimostra tutto il movimento di protesta ‘Me too’ delle attrici hollywoodiane”.

Nella storiografia le donne sono state per troppo tempo relegate a un ruolo secondario. Il libro si inserisce in quel filone storiografico nato una quarantina di anni fa – la cosiddetta “gender history” o “storia delle donne” – che cerca di rileggere il passato, dando il giusto peso a quanto hanno fatto le donne. “Ora la tendenza è di integrare la storia delle donne a quella degli uomini – spiega Biagioli – perché la storia è dell’umanità tutta, non di un genere in particolare”.