Ambiente, Urbino la Kyoto delle Marche. Il patto dei sindaci: riduzione emissioni del 40% nel 2030

di VIRGINIA CAMERIERI

URBINO – Il presidente americano Donald Trump ha fatto visita al Papa. Francesco lo ha accolto in Vaticano regalandogli una copia dell’Enciclica Laudato Si’. Per il presidente della fondazione UniVerde,  Alfonso Pecoraro Scanio, “stiamo vivendo all’interno di una fiction planetaria dove però lo stato di salute dell’ambiente è estremamente reale”. Altrettanto reali, dunque, devono essere le misure e le politiche che ogni Paese deve adottare. Così mentre il Presidente degli Usa promette di continuare a sfruttare al massimo il fossile, a Urbino si è organizzato un forum per parlare di energie rinnovabili e cambiamenti climatici assieme agli assessori all’Ambiente di grandi città come Firenze e Napoli.

“Obiettivo 2030: Patto dei sindaci per il clima e l’energia. Strategie, finanziamenti, buone pratiche” è il titolo del forum al quale hanno partecipato rappresentanti di regioni, comuni ed esperti sul tema ambiente. Molti gli interventi con lo scopo di raggiungere un’unica strategia. Su questo si basa, infatti, il “Patto dei sindaci”. Come ha spiegato Gianluca Carrabs, amministratore Unico Svim (Sviluppo Marche), “se fino a poco tempo fa il punto di riferimento sul tema ambiente era il Protocollo di Kyoto, adesso, i nuovi obiettivi da raggiungere sono quelli previsti nel Patto dei sindaci”.

Gli obiettivi del Patto

Il patto coinvolge le autorità locali e regionali e li impegna nel raggiungimento, sul proprio territorio, degli obiettivi Ue per l’energia e il clima. Nato nel 2008 per impulso della Commissione europea, oggi conta 6500 firmatari impegnati a sviluppare entro il 2030 dei piani d’azione per l’energia e il clima. I punti su cui si sviluppa il Patto sono stati presentati a Urbino da Andrea Masullo, direzione generale clima ed energia del ministero dell’ambiente e, in collegamento skype, da Elodie Bossio di Iniziativa europea Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia.

Riduzione minima del 40% delle emissioni Co2 entro il 2030, rafforzamento delle capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e aumento della cooperazione con le autorità locali e regionali nel contesto Ue. Entro due anni dalla loro adesione i firmatari dovranno presentare un proprio piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc). Da qui l’importanza del confronto come quello organizzato a Urbino. Città in prima linea nella creazione di politiche virtuose a tutela dell’ambiente.

Cosa ha fatto finora Urbino sul tema ambiente

Roberto Cioppi, vicesindaco di Urbino, è soddisfatto dei lavori svolti finora: “Urbino è patrimonio dell’Unesco e più che mai il suo territorio deve essere tutelato. L’impianto fotovoltaico è forte nelle aree industriali. L’amministrazione comunale ha provveduto, inoltre, a convertire in luce led tutta l’illuminazione pubblica con un risparmio assicurato dell’80%. Inoltre, la città investe nella politica dell’informazione: un buon comportamento dei cittadini è il primo step verso la riduzione dell’inquinamento”.  Urbino, ha continuato il vicesindaco, è stata una delle prime città a partecipare ai programmi europei Empowering e Life sec adapt rispettivamente in tema di efficienza energetica e adattamento ai cambiamenti climatici.

Il confronto con le altre grandi città 

Al Forum erano presenti anche rappresentanti di grandi città come Milano e Firenze. “Esiste un collegamento storico-artistico fra Firenze e Urbino” ha spiegato l’assessore all’ambiente di Firenze, Alessia Bettini. “Nel 1508 camminavano per strada insieme Raffaello, Michelangelo e Da Vinci”. Un legame che fra le due città esiste ancora oggi  nella scelta di politiche di sviluppo energetico sostenibile. Firenze ha puntato su un sistema ecologico di infrastrutture: la creazione di due nuove linee tranviarie, infatti, permette una riduzione imponente di CO2. Inoltre tutto il centro storico, patrimonio dell’Unesco, è aperto solo a certi mezzi: autovetture elettriche, bici elettriche o mezzi a basso inquinamento.

Un’idea condivisa anche dall’amministrazione milanese, rappresentata al forum di Urbino da Filippo Salucci, dirigente centrale mobilità trasporti ambiente: “L’accesso ai mezzi più inquinanti è vietato in tutta la zona del centro”. Tutti i veicoli, ha spiegato Salucci, saranno inoltre classificati in base al loro livello di inquinamento: verdi, gialli o rossi.

Dai grandi comuni il dibattito si è poi spostato alle Marche. “Il sole sorge e tramonta sul mare,  questo fa capire già la sua morfologia”. A descrivere così la città di Ancona è il consigliere del gruppo Verdi Michele Polenta che si ritiene soddisfatto dei progetti attuati dal comune in linea con il Patto dei Sindaci. La riqualificazione del verde, come aiuto all’assorbimento dell’anidride carbonica, rientra fra gli obiettivi più importanti intrapresi. Per Macerata, spiega il responsabile Ufficio ambiente Giovanni Romagnoli, la formula vincente è più alberi, raccolta differenziata e autobus a metano.

L’obiettivo che insieme regioni e comuni, firmatari del Patto dei sindaci, devono raggiungere è una transizione definitiva da un modello di produzione fossile ad uno basato sul sole. “Un paradigma energetico, economico, culturale e formativo – secondo Angelo Consoli, Presidente Cetri-Tires, Ufficio europeo di Jeremy Rifkin – e la terza rivoluzione industriale parte da qui”.