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Il presidente del Premio Calvino a Urbino e le città del libro: “Caccia agli autori con personalità”

Mario Marchetti e Benedetta Centovalli a "Urbino e le città del libro"Mario Marchetti e Benedetta Centovalli a "Urbino e le città del libro"
di FEDERICA OLIVO, PATRIZIA BALDINO E YURI ROSATI

URBINO – “Premiamo la personalità e gli autori che hanno qualcosa da dire”. Mario Marchetti e Benedetta Centovalli – rispettivamente presidente del Premio Calvino ed editor e critico letterario – sanno bene cosa cercare in un giovane scrittore. Il premio, giunto alla trentesima edizione, è dedicato alle opere prime inedite di narrativa in lingua italiana. Vuole ricordare l’attività di Italo Calvino che, per molti anni, lavorò come scopritore di talenti per la casa editrice Einaudi, tanto che diceva di sé stesso: “Ho dedicato la maggior parte della mia vita ai libri degli altri”.

Questa mattina Marchetti e Centovalli erano al circolo cittadino, ospiti della tradizionale colazione con i giornali del festival “Urbino e le città del libro”, la rassegna stampa delle pagine culturali della domenica che si tiene l’ultima giornata della manifestazione. L’evento quest’anno è stato curato dal professor Roberto Danese in collaborazione con tre allievi dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino.

Benedetta Centovalli alla rassegna stampa delle pagine culturali

Benedetta Centovalli alla rassegna stampa delle pagine culturali

“Bisogna riconoscere la ‘voce’ in mezzo ai difetti di scrittura e di struttura – continua Marchetti – per questo il nostro è un percorso di accompagnamento e di crescita dell’autore”. Per ognuno dei concorrenti, quest’anno circa 700, la giuria del premio prepara una scheda analitica dell’opera con cui hanno partecipato. “Non garantiamo la pubblicazione, ma i lavori di tutti i finalisti sono stati in seguito stampati da case editrici importanti” spiega Centovalli.

Le tematiche delle opere in concorso sono le più varie, “non c’è un filone che prevalga sugli altri – dice Marchetti – ma spesso alcuni temi sono più presenti in un determinato periodo storico: ad esempio negli anni ’90 ricevevamo molti scritti di donne che facevano il punto sulla loro vita. Proprio le donne sono tra le più premiate della rassegna, sono il 37% dei vincitori contro il 14% del Premio Strega. Siamo orgogliosi che il nostro sia un premio al femminile. Negli ultimi anni, invece, uno dei temi più trattati è quello della malattia, che riscuote molto successo tra i giovani, anche se non c’è un lieto fine. Forse una metafora del disagio delle nuove generazioni”. Per il presidente del premio a mancare, invece, sono le tematiche politiche e la letteratura dei migranti di seconda e terza generazione.