“A Urbino nel 2018 un premio Nobel per la letteratura”. Bilancio e prospettive del festival del libro

Un evento del festival del libro (foto: Eugenia Biccari)
di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Nel 2018 un premio Nobel per la letteratura parteciperà al festival “Urbino e le città del libro”. Ad annunciarlo è Alessio Torino, scrittore urbinate, e direttore del festival. La città ducale non è solo patrimonio Unesco per le sue bellezze monumentali ma è stata anche la capitale del libro, almeno per tre giorni (dal 9 all’11 giugno) grazie alla manifestazione che da quattro anni porta cittadini, studenti e appassionati a riempire gli spazi della città per ascoltare letture di opere famose o incontrare personaggi del mondo dello spettacolo disposti a venire nella città ducale per amore della letteratura. Quattro sono stati i luoghi della manifestazione: il teatro Sanzio, la Casa della Poesia, il circolo culturale cittadino e il collegio Raffaello. E appena terminata un’edizione già si pensa a quella dell’anno dopo.

Direttore Torino, quali sono le idee per la prossima edizione?

Il nostro obiettivo è quello di riuscire a chiamare al festival autori di fama internazionale. E posso dire anche che un premio Nobel per la letteratura, di cui non posso svelare il nome, ci ha dato la sua disponibilità per l’edizione 2018. Inoltre, vogliamo continuare a essere presenti nel circuito dei festival nazionali, anche grazie alla partnership che abbiamo con il Salone del Libro di Torino.

Il direttore artistico del festival 'Urbino e le città del libro'

Alessio Torino, direttore artistico del festival ‘Urbino e le città del libro’

Ci tracci un bilancio dell’edizione appena conclusa. Soddisfatti o pensavate di avere maggiore successo?

Siamo soddisfatti, anche perché registriamo una crescita continua ogni anno. Ma per fare questo è necessario programmare con molto anticipo. Questa è la condizione imprescindibile che consente di avere successo. Per quanto riguarda l’edizione 2018, stiamo valutando tra due opzioni per ciò che riguarda le date. Comunque, il festival si terrà nel periodo di maggio-giugno. E per l’edizione dell’anno prossimo vogliamo coinvolgere tutte le scuole, sia medie che superiori. Vorrei però sottolineare che andrebbero evitate per quanto possibile le sovrapposizioni tra gli eventi.

Si riferisce ad esempio allo Streetfood Festival che era in programma negli stessi giorni?

Non voglio fare nomi, quello che dico è che programmando le iniziative con molto anticipo è possibile evitare che più eventi si svolgano negli stessi giorni.

Come è nato il festival?

Inizialmente avevamo realizzato degli incontri sulla scrittura nel Montefeltro per poi dedicarci alla costruzione di un contenitore per scrittori chiamato “La stalla di Pegaso”. L’idea del festival è quella di raccontare tutto ciò che riguarda un libro, a partire dal lavoro di costruzione che sta dietro a esso e come si realizza. Per questo ci siamo avvalsi anche della collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti, dell’Isia e della Scuola del libro che ci hanno ospitato per alcuni workshop.

Quali sono stati gli eventi di maggior successo?

E’ stato interessante notare come quelli che erano gli incontri più “tecnici” in realtà sono stati molto partecipati, come quello sulla traduzione. E ovviamente anche l’incontro con Marco D’Amore (protagonista della fiction Gomorra, ndr) è stato molto seguito.