Alice Amadori, prima giovane urbinate alla guida degli studenti universitari: “Ho il vizio di amare la mia città”

La nuova rappresentante degli studenti Alice Amadori con il presidente uscente Gianmario Doka
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – “Dicono che quando parlo di Urbino mi brillano gli occhi. Adoro la mia città, mio nonno è stato consigliere comunale e la amava allo stesso modo. Se lui si è impegnato perché non dovrei farlo anch’io?”. Alice Amadori, 21 anni, urbinate doc, è stata eletta presidente degli studenti, prima volta che una studentessa ricopre questa carica.

Se a farla appassionare alla politica e alla vicinanza ai temi della sua terra ci ha pensato la famiglia, la scelta di scendere in campo con Agorà, l’associazione studentesca di cui fa parte, nasce da un appuntamento arrivato quasi per caso: “Il primo anno non mi interessavo molto, poi ho partecipato a un evento organizzato dalla mia associazione, mi hanno invitato per un caffè e mi è sembrato giusto dare una mano”. Adesso, due anni più tardi, Alice rappresenta gli oltre 15.000 studenti universitari.

Alice, come ti senti dopo il nuovo incarico?
“Non me l’aspettavo, sono molto felice e motivata. Non so perché gli affari della città non interessino ad alcuni studenti, per me è naturale: vivo qui ed è giusto che mi interessi alle questioni che mi riguardano”.

Quali sono gli obiettivi per il prossimo anno?
“Sicuramente rafforzare il legame tra istituzioni cittadine e comunità studentesca. Il presidente degli studenti siede in consiglio comunale, anche se non ha diritto di voto. Sarebbe importante avere maggior peso, soprattutto in quei temi che riguardano da vicino noi studenti universitari”.

Tra le proposte che avete portato avanti lo scorso anno anche quella dell’ottavo semestre. Ci puoi spiegare meglio in che cosa consiste?
“L’anno accademico termina a marzo del terzo anno, se uno studente non riesce a laurearsi entro quel periodo e sostiene la tesi a giugno è costretto a pagare una rata universitaria in più. Pensiamo sia una cosa non corretta, vorremmo che sia inserito un semestre aggiuntivo in modo da allungare il termine entro il quale risultare in pari con il corso di studi”.

Un’altra delle vostre proposte riguarda la calendarizzazione annuale degli esami.
“Esatto, al momento soltanto Giurisprudenza fornisce il calendario degli esami all’inizio dell’anno. È una modifica fondamentale, anche perché ci sono tanti studenti che vengono dalla Sicilia, dalla Sardegna, devono prenotare un volo per rientrare a casa e garantire le date degli esami fin da subito potrebbe permettere loro di organizzarsi meglio”.

Il rettore Vilberto Stocchi ha parlato di una maggior internazionalizzazione dell’Università. Qual è la vostra opinione a riguardo?
Le parole del Rettore sono corrette, ma a queste devono seguire i fatti. Noi vogliamo l’International double degree, ossia il riconoscimento della doppia laurea nel caso in cui uno studente frequenti un ateneo straniero nel suo percorso di studi. Inoltre, è necessario creare una rete tra l’università e il mondo del lavoro. A volte il percorso di studi è troppo poco pratico, bisogna incentivare i tirocini”.

Hai parlato di rafforzare il legame tra voi e la politica. Con il sindaco Maurizio Gambini come sono i rapporti?
“Con noi è sempre stato molto disponibile e aperto al dialogo, negli ultimi anni ho notato che c’è stata più apertura, più comunicazione”.

Come giudichi l’ordinanza anti-alcol decisa dal sindaco?
La decisione è stata presa in un determinato periodo e forse era la cosa giusta da fare, anche se l’ordinanza si è trasformata in una repressione. Forse c’erano altri modi meno drastici per risolvere la situazione.

Pensi sia arrivato il tempo per la giunta comunale di fare un passo indietro?
“Prima bisogna continuare il dialogo, gli studenti devono acquisire una maggior coscienza. Una misura alternativa potrebbe essere l’installazione di cassonetti appositi per la raccolta del vuoto a rendere”.

Da universitaria e urbinate, come valuti il rapporto tra cittadini e studenti?
“È un po’ come tra marito e moglie, non si sa mai chi ha ragione. A volte i residenti ingigantiscono le situazioni, anche se è giusto ricordare che a lamentarsi è una piccola minoranza. È vero che alcuni studenti a volte esagerano, ma non possiamo pagare tutti per le azioni di pochi”.

In futuro ti vedi ancora a Urbino?
“Urbino è come il paese dei balocchi, ma mi piacerebbe andare a fare un’esperienza lontano di qui, sono innamorata della mia città. Mio nonno è venuto a studiare a Urbino ed è diventato consigliere comunale. Se lui che non era di qui si è impegnato tanto per questa città, che ci faccio io al bar a criticare? Sento sempre persone rifarsi ai tempi di Carlo Bo, che quando c’era lui le cose andavano meglio. In un clima dove tutti guardano al passato io vorrei guardare al presente”.