di LORENZO PASTUGLIA
URBINO – Venire a Urbino per studiare ma anche per vivere liberamente la propria sessualità, lontano dalle famiglie. È successo a Giulia, 21 anni, di Faenza. A Francesca, 22 anni, di Vasto. A Lucia, anche lei 22 anni, di Forlì. Tre nomi di fantasia di tre studentesse che, a un certo punto della loro vita, hanno capito di essere attratte da ragazze come loro. Giovani donne che hanno cozzato contro il guscio di famiglie incapaci di accettare di avere una figlia omosessuale. Ragazze che si sono nascoste per anni e che, arrivate a Urbino, hanno capito di poter vivere senza più sotterfugi.
Gli schiaffi di papà
Giulia ha una passione, il calcio. Lo gioca con gli amici e poi, senza che a casa si sappia, si allena con una squadra di calcio femminile. “Quando mio padre ha visto il borsone che avevo dimenticato di chiudere nell’armadio mi ha urlato contro, mi ha chiesto se mi piacessero le donne e mi ha mollato anche due ceffoni. Per lui il calcio è uno sport ‘per lesbiche’. Forse da quel giorno ho capito che restando a casa mi sarei sempre dovuta nascondere”. Giulia già sapeva che il suo non sarebbe stato un futuro eterosessuale. Lo aveva scoperto con la sua sorellastra, la figlia della compagna di suo padre. Una profonda amicizia diventata amore: “Ma ho sempre avuto fidanzati come copertura per non farmi scoprire dai miei – dice – anche se la prima vera passione l’ho provata con lei”. Oggi studia lingue aziendali e fa gol nell’Urbino femminile di calcio a 5. Ha una storia con una ragazza romagnola nonostante ai suoi faccia credere di essere fidanzata con Giovanni, il suo migliore amico dell’università che spesso porta a cena a casa sua, che è costretta a baciare e a chiamare amore.
Lo speciale – “Sono gay, qui non mi devo nascondere”. L’altra vita degli studenti universitari di Urbino
Sotto rete
Il primo amore di Francesca è una sua compagna della squadra di pallavolo. Hanno tutte e due 14 anni, si scoprono a vicenda, stanno insieme un anno, si lasciano. Poi la storia con un ragazzo durata due anni. Un fidanzamento ‘di copertura’ che finisce una volta arrivata a Urbino per studiare scienze motorie: “Ho lasciato il mio ex per un’altra, inventandomi una scusa per lasciarlo, mi ero innamorata di lei”. Ora Francesca è single, al primo anno della magistrale, e con il segreto che un giorno rivelerà ai suoi: “Hanno sempre scherzato sui gay e – afferma – io non ho mai avuto il coraggio di parlargli”.
Il primo bacio
Urbino è la città del primo bacio dato da Lucia a una ragazza. Prima di quel giorno nella sua vita c’erano stati soltanto ragazzi. “Una volta che l’ho baciata – spiega – ho sentito le farfalle allo stomaco e ho capito cosa volesse dire provare qualcosa per una persona”. Dopo un’esperienza con una giovane ravennate, ora Lucia, che studia psicologia, vive appieno la sua vita universitaria senza più nascondersi: “Qui non ho problemi a passeggiare per mano con una ragazza – conclude -. A casa mia è impossibile, così ho deciso di allontanarmi”. Un’importante svolta nella sua vita pochi mesi fa. Un giorno, a casa, riesce a parlare ai suoi genitori e a dirgli della sua omosessualità. Adesso il papà la evita e la madre va da uno psicologo. E Lucia è tornata a Urbino.