Facebook e la verifica anti fake news, l’efficacia è da provare

di OLGA BIBUS

URBINO – “Riconosci questi siti?” e “Quanto ti fidi di questi singoli siti?”: con queste due semplici domande, rivolte agli utenti, Facebook stabilirà l’affidabilità delle fonti. Per poi limitare o aumentare la comparsa di un sito di informazione nella sezione “Notizie” del social network. La scorsa settimana Mark Zuckerberg aveva comunicato con un post questa nuova strategia per combattere la diffusione di notizie false in rete.

Saranno dunque gli utenti stessi a giudicare se una fonte è affidabile o meno. In molti però hanno criticato la decisione del fondatore del social network. Secondo Tom Gara, un editorialista di BuzzFeed News, il nuovo sistema finirà per danneggiare le testate schierate con un particolare partito politico.

Secondo Giuseppe Granieri, saggista e insegnante di social media all’Università di Urbino, prima di essere allarmisti e parlare degli eventuali pericoli del nuovo strumento bisogna vederlo all’opera. “Una società come Facebook fatta di ingegneri e informatici si è trovata a dover risolvere un problema non semplice, quello della diffusione di notizie false in rete. Gli studi dimostrano che la soluzione migliore è sommare algoritmi alla capacità cognitiva degli utenti e quindi Facebook si è mosso in questo senso”.

Se la soluzione sarà efficace, soltanto il tempo potrà chiarirlo. “L’algoritmo di Facebook è segreto, nessuno sa esattamente come funziona e serviranno mesi per studiarlo. Se l’algoritmo alla fine darà davvero una visibilità maggiore alle notizie verificate allora ha senso, altrimenti no”, aggiunge Granieri.

L’utente di per sé rappresenta una risorsa, bisogna vedere come e se ne verranno sfruttate le potenzialità. “Il rischio è che alla fine non accada nulla. È difficile che un utente riesca a individuare e distinguere testate affidabili da testate non affidabili”. Il problema, spiega il professore, sta proprio nel concetto stesso di testata. Su Facebook siamo abituati a leggere notizie singole che ci appaiono in bacheca slegate dal contesto del giornale: di conseguenza diventa difficile dare un giudizio sull’affidabilità di un sito di informazione rispetto a un altro.