di OLGA BIBUS e GIOVANNI BRUSCIA
URBINO – Superare nel 2018 la soglia dei 200.000 visitatori, fare tornare a Urbino le scolaresche tenute lontane nel 2017 dal terremoto, ma soprattutto riuscire a fare passare l’idea che Urbino è la città di Raffaello. Questi sono alcuni degli obiettivi che il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Peter Aufreiter, ha annunciato nella sua conferenza stampa annuale a Palazzo Ducale di Urbino. Aufreiter, a metà del suo mandato, ha espresso soddisfazione per l’anno appena trascorso e ha illustrato i nuovi obiettivi per il nuovo anno e anche in vista del 2020, quando si celebreranno i 500 anni dalla morte di Raffaello.
I dati 2017: “Il calo degli incassi c’è, ma è solo del 2%”
Lo scorso anno sono stati staccati 29.700 biglietti in meno rispetto all’anno precedente (-14%). “La ragione principale di questo calo è il terremoto – spiega Aufreiter – che ha scoraggiato la visita delle scolaresche. Le scuole prenotano le gite tra ottobre e dicembre dell’anno precedente e in autunno 2016 le scosse erano ancora forti. Quasi la metà delle scuole che visitavano di solito Palazzo Ducale non sono più venute”.
Quelli degli studenti sono biglietti gratuiti che non vanno a influire sul bilancio 2017, ma per il direttore è comunque molto importante recuperare le visite scolastiche. “I ragazzi sono il nostro futuro. I piccoli visitatori di oggi potrebbero tornare tra qualche anno con le famiglie. Rappresentano una risorsa importante”, commenta Aufreiter.
Per invogliare le scolaresche a venire a Urbino, il direttore ha realizzato un libro con 14 percorsi tematici fra cui le scuole possono scegliere. “Gli istituti scolastici che chiamano per prenotare comunicano il percorso che preferiscono”, dice Aufreiter. Il libricino è stato inviato a tutte le scuole delle Marche a spese della Galleria Nazionale e il direttore afferma con orgoglio che il progetto sta ricevendo riscontri molto positivi. “Le prenotazioni sono già tante, sono contento che il mio lavoro sta portando i suoi frutti”, dice il direttore.
Il calo degli ingressi si è registrato anche per quanto riguarda i visitatori paganti. Nel 2017 nelle casse di Palazzo Ducale sono entrati infatti 11.400 euro in meno rispetto al 2016. Per il direttore si tratta di un calo fisiologico legato a diverse variabili: “È una diminuzione solo del 2%. Magari alcuni weekend ha piovuto e le famiglie non sono venute”, dice Aufreiter.
Il 2016 era stato per Palazzo Ducale un anno record con più di 199.000 ingressi e 573.000 euro di incassi. “Nel 2017 abbiamo quasi raggiunto la stessa cifra e questo è un bene”, aggiunge il direttore. I dati già pubblicati da Il Ducato erano parziali e non tenevano in conto il biglietto cumulativo. Un ticket dal valore di 10 euro con cui si può visitare la Galleria Nazionale delle Marche e la Rocca Demaniale di Gradara. Nel 2017 sono stati venduti 5.700 biglietti cumulativi e ciò ha influito in maniera positiva sugli incassi di Palazzo Ducale. “A parte il terremoto sono molto contento dei risultati raggiunti nel 2017”, afferma il direttore. E aggiunge: “Speriamo che nel 2018 non ci siano altri eventi imprevedibili a rovinarci i piani”.
I buoni propositi per il 2018: “Vogliamo raggiungere i 200.000 visitatori”
Il direttore ha anche illustrato le mostre e le iniziative per il 2018. “L’obiettivo è superare i 200.000 visitatori”, dice Aufreiter. Per raggiungere il traguardo sono diverse le iniziative organizzate per l’anno appena iniziato. Sei mostre, a partire da febbraio.
Dall’8 marzo al 13 maggio a Palazzo Ducale ci sarà l’esposizione su Peter Baldinger, artista austriaco noto per un’interpretazione personale delle opere più famose della storia dell’arte. I suoi dipinti saranno esposti accanto a quelli presenti nella residenza del duca Federico e che lo hanno ispirato. Da aprile a luglio arriverà una mostra dedicata a Giò Pomodoro, artista pesarese, per inaugurare una serie di esposizioni dedicate ai grandi artisti marchigiani.
Palazzo Ducale punta anche sui giovani: da febbraio fino a dicembre artisti emergenti avranno ancora spazio nella grande Cucina dei Sotterranei, lo Spazio K. L’esposizione sarà curata dal direttore dell’Accademia di Belle Arti Umberto Palestini. In autunno poi l’attenzione sarà rivolta alla figura di Giovanni Santi, padre di Raffaello. La mostra “Giovanni Santi e la corte di Urbino” vedrà al suo interno anche la ricostruzione del famoso Tempietto delle Muse, da lui realizzato secondo i critici e che era parte integrante del Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro. La mostra sarà curata dagli studiosi Alessandro Marchi e Rosaria Valazzi, ex soprintendente regionale alle belle arti.
Il 2018 sarà anche un anno di restauri per le opere all’interno del Palazzo urbinate. In programma il restauro delle armi della Galleria e, grazie a una convenzione con la facoltà di Restauro dell’università Carlo Bo, si potranno recuperare anche le cornici dei dipinti esposti ma anche di quelli presenti in magazzino. Il museo ha investito anche sull’acquisto di tre nuove opere che andranno ad arricchire la collezione della Galleria.
Il Palazzo Ducale guarda anche al 2020, anno in cui ricorrerà il cinquecentenario della morte di Raffaello. Perché l’obiettivo, come spiega Aufreiter, è chiaro: “Urbino è la città di Raffaello. Chi non visiterà Urbino non potrà dire di aver vissuto appieno l’anno raffaellesco”.