Fermignano, i ragazzi della Consulta giovanile: “Noi giovani, uniti, lavoriamo per la città”

di PATRIZIA BALDINO

FERMIGNANO – Arrivano con penne, forbici e cartelloni, tutto l’occorrente per creare la scenografia del prossimo evento, la festa di Carnevale, e subito la sala del Comune dove si riuniscono diventa meno seriosa e più colorata. Loro sono Andrea, Erica, Fabio, Giorgia, Nicola, Francesco, Anna, Marco e Giada e dal 3 febbraio scorso sono diventati i membri della prima Consulta giovanile di Fermignano.

Di solito, spiegano, sono molti di più, circa una quarantina. “Molti ragazzi studiano in altre città e ci danno una mano il fine settimana. Una ragazza si è trasferita negli Stati Uniti per qualche mese e ci aiuta via Skype” dice Giada, consigliere delegato alle politiche giovanili. Le fa eco Marco, nominato presidente: “Qui siamo cresciuti insieme e ci sembra giusto fare qualcosa, insieme, per la nostra città”. Un compito che hanno deciso di portare a termine unendo le loro diverse esperienze. Alcuni studiano, altri lavorano. E, ancora, hanno pensieri politici spesso molto diversi. “Ma qui dentro siamo apolitici, non parliamo mai di questo argomento” aggiungono.

I membri della Consulta giovanile di Fermignano. In alto da sinistra: Andrea Dominici, Fabio Bartolucci, Nicola Toccaceli, Marco Gorgolini, Francesco Damiani. In basso da sinistra: Erica Pucino, Giada Gioacchini, Giorgia De Cesaris, Anna Fanelli.

Un desiderio che ha spinto i ragazzi ad accogliere subito la proposta del sindaco Emanuele Feduzi, che qualche mese fa ha pensato di dar vita alla Consulta giovanile. Anche se come organo sono nati ufficialmente questo a febbraio 2018, i membri del gruppo si sono occupati di eventi locali già a partire dallo scorso anno.

“La prima attività che abbiamo organizzato è stata Halloween, dedicata ai più piccoli. La mattina c’è stata una caccia al tesoro, in collaborazione con la Proloco, per le vie di Fermignano. La sera invece abbiamo trasformato il salone comunale in una casa degli orrori: un percorso da brividi che durava 10 minuti, in cui noi per l’occasione siamo diventati mostri e streghe. È stato un grandissimo successo, tanto che all’una di notte siamo stati costretti a chiudere perché eravamo troppo stanchi”.

Forti di questi consensi, sono seguite altre iniziative, come la casa di Babbo Natale durante le vacanze invernali e adesso la festa di Carnevale, ancora con il sostegno della Proloco. “Ci sarà una cena a tema anni ’90 dove noi intratterremo i commensali. E speriamo di coinvolgere altri giovani, per far crescere la Consulta”.

Il problema principale riscontrato dai ragazzi, infatti, è proprio la scarsa partecipazione dei loro coetanei. Molti giovani, sottolineano, non hanno spirito d’iniziativa e hanno difficoltà a uscire dalla solita cerchia di amici e ‘mischiarsi’ con altre persone. “Come in tutti gli altri paesi molti giovani criticano e si lamentano che a Fermignano non c’è niente, ma poi quando si tratta di organizzare… Questa è la limitazione più grande. Non si tratta di pochi spazi o pochi soldi: con gli sponsor, l’autofinanziamento e l’aiuto del Comune riusciamo a dar vita ad attività molto carine. E ora stiamo aspettando la decisione della giunta sulla nostra partecipazione attiva nelle sedute del Consiglio comunale”.

Integrare tutti i giovani, quindi, resta l’obiettivo principale della Consulta. Che adesso diventa ancora più necessario, dopo gli attacchi al consigliere all’Inclusione Othmane Yassine che su Facebook ha ricevuto degli insulti da un suo concittadino per la sua origine marocchina, cosa che lo ha spinto ad avviare una denuncia per diffamazione. E tutti i ragazzi sono d’accordo con lui. “Othmane è un bravissimo consigliere – dice Marco – e nessuno può permettersi di attaccarlo in questo modo. La Consulta non può essere l’antidoto al razzismo, deve esserlo!”.

Tutti loro comunque pensano che questo sia un caso isolato. “Fermignano non è una città razzista, gli abitanti sono perfettamente integrati. Ma pensiamo che si possa sempre migliorare attraverso una sensibilizzazione costante su questo argomento”.

Riunire i pensieri, le voglie e i progetti di tutti: secondo i ragazzi è questa la strada per l’inclusione sociale, che loro hanno raggiunto accantonando le opinioni politiche. Ma non è semplice disinteresse. “Noi la pensiamo diversamente su vari temi politici, ma abbiamo lasciato da parte le divergenze per collaborare”. Anche se, come dicono alcuni di loro, è difficile riconoscersi in un partito preciso. Una confusione che hanno riscontrato in molti loro coetanei, troppo disinteressati e disinformati. Per questo, la Consulta sta riflettendo su qualche contributo, a titolo informativo, per fare chiarezza sulle elezioni del 4 marzo.