Elezioni 2018: Paolini (Lega) “Priorità Fano-Grosseto, più sicurezza e meno burocrazia”

URBINO, 21 FEB. – Il candidato nel collegio plurinominale della Camera Marche 2, Ancona, Fano e Pesaro, Luca Paolini, ha raccontato al Ducato i suoi intenti per il territorio. “Le leggi si fanno in Parlamento, non nel locale, ma la priorità per noi è il completamento della Fano – Grosseto”, ha detto il candidato. L’infrastruttura che collegherebbe le Marche alla Toscana è stata progettata nel 2013, ma mai terminata. Lo ha detto a margine dell’incontro organizzato dalla Lega al collegio Raffaello di Urbino, “Vaccini, diritto di conoscere, libertà di scegliere”.

Fondamentale poi è il problema giustizia e sicurezza. “Abbiamo vissuto in questo territorio episodi gravi – ha spiegato Paolini – che sono solo la punta dell’iceberg. Un esempio sono Urbino 2 e altre zone, oramai fuori controllo”. Il riferimento è al caso di Guerlin Butungu, il congolese residente a Montecchio, condannato a 16 anni per aver stuprato e derubato una trans peruviana e una turista polacca a Miramare di Rimini.

“Nel nostro programma prevediamo poi più tutele per i lavoratori. Meno burocrazia, contestando alcune normative europee che sono ridicole – continua il candidato – l’esempio è una direttiva dell’Unione del 2015 che obbliga le imprese a contabilizzare i chilometri fatti e il gasolio consumato per trasportare prodotti o partecipare alle fiere. Assurdo.”

Poi, in linea con il programma nazionale proposto da Matteo Salvini, anche Paolini ha sottolineato l’importanza della “Flat tax”, anche a livello locale. “In Italia abbiamo una dichiarazione dei redditi di 38 pagine. Spesso accompagnata da libretti delle istruzioni cervellotici. Anche Tremonti disse che preferiva farla compilare a un commercialista”, ha sottolineato.

Infine, riferendosi alla città ducale, Paolini ha evidenziato l’importanza del centro culturale. “Ci sono dei tesori, come la Muta di Raffaello, che andrebbero valorizzate con meno burocrazia e più lavoro. Abbiamo 150.000 giovani italiani formati che vanno all’estero a lavorare, e noi li sostituiamo con altrettanti che non sanno fare nulla, c’è qualcosa che non va”, conclude.

(m.m.)