di ADRIANO DI BLASI
URBINO – “Il 110 e lode a 28 anni non vale un fico secco, meglio un 97 a 21”. Le parole del ministro del Lavoro Giuliano Poletti della scorsa settimana hanno riaperto il dibattito tra gli universitari italiani. Meglio la qualità o la velocità? È più utile un 23 al primo colpo o un 30 preso dopo vari tentativi? Il dubbio resta ma molti ragazzi non hanno accettato il parere del ministro. Noi del Ducato abbiamo chiesto un giudizio sulle sue parole a chi l’università la vive tutti i giorni: studenti e professori della Carlo Bo.