L'allarme. Di
emergenza mucca pazza si comincia a
parlare nel novembre del 1986: alcuni animali
sono affetti da una nuova forma di encelopatia
bovina spongiforme, un grave disturbo che
colpisce il sistema nervoso. Ha fatto la sua
comparsa nel Regno Unito nel 1985 ed è stata
descritta ufficialmente dalla comunità
scientifica nel novembre '86. In seguito la
malattia ha assunto landamento di una vera
e propria epidemia con più di 170mila casi tra
il 1986 e il 1999 che si sono verificati in oltre
34.000 allevamenti del Regno Unito. LEncefalopatia
bovina spongiforme appartiene al gruppo di
malattie denominate Encefalopatie Spongiformi
Trasmissibili (Est). Allo stato attuale la
contaminazione dovrebbe essere in una fase
decrescente (secondo i dati del Ministry of
Agricolture Fisheries and Food inglese). La prima
particolarità della encefalopatia bovina sta
nella enorme diffusione che ha avuto a partire
dalla sua comparsa, mentre le altre encefalopatie
trasmissibili sono caratterizzate da un andamento
sporadico.
I rischi per l'uomo. Ancora
più inquietante è l'ipotesi che questa
patologia possa arrivare all'uomo: nel Regno
Unito è stata identificata una nuova variante
della malattia di Creutzfeld-Jakob, che colpisce
il sistema nervoso umano. E gli studi svolti su
di essa hanno portato alla conclusione che il
legame tra le due malattie sia pressoché certo.
La nuova variante della malattia di
Creutzfeld-Jakob è comparsa in Inghilterra nel
1995. Il Ministro della Sanità inglese ha
successivamente ammesso, il 20 marzo 1996, che
quattordici persone erano decedute in seguito a
questa nuova forma di malattia e che
probabilmente si erano ammalate per aver mangiato
carni di bovini affatti dall'encefalopatia
spongiforme. Le dichiarazioni del Ministro della
Sanità inglese Stephen Dorrell nel marzo 1996 e
la pubblicazione dei risultati di queste ricerche
nel 1997 hanno scatenato una crisi
economico-sociale con notevoli conseguenze sulla
zootecnia europea. I consumatori hanno perso
fiducia e non hanno più comprato la carne.
Da allora sono state quarantuno le vittime del
morbo: quaranta in Inghilterra, una in Francia.
In compenso la diffusione del contagio tra gli
animali si è ridimensionata tornando ai livelli
precedenti al 1986.
Il contagio. Gli
studi epidemiologici hanno rivelato che
lorigine del contagio è il mangime
prodotto con carcasse di animali morti che
avevano la malattia. Il riciclo delle carcasse
infette, e le modifiche apportate a partire dal
1981 ai processi di lavorazione - l'abbassamento
delle temperature e l'abbandono del solvente per
lestrazione dei grassi - avrebbero
consentito lamplificazione di una malattia
bovina rara e non ancora del tutto identificata.
In ogni caso la responsabilità delle farine
prodotte con carne e ossa contaminate è oggi
ammessa dalla quasi totalità del mondo
scientifico.
La trasmissione del morbo 'mucca pazza' avviene
attraverso un agente la cui natura non è ancora
completamente conosciuta: colpisce il cervello e
il midollo spinale degli animali e provoca
gravissime lesioni. Questo agente è molto
resistente, sopravvive tanto a temperature
altissime (come quelle del processo di
pastorizzazione) quanto a quelle sotto lo zero.
Fino ad ottobre 1996 casi di bse sono stati
segnalati in dieci paesi. In Francia, Portogallo,
Irlanda e Svizzera hanno interessato animali
nativi; in Canada, Danimarca, nelle isole
Falkland, in Germania, in Italia e nel Oman
Sultanate, invece, si è trattato di animali
importati dallInghilterra.
Le iniziative.
Sono stati presi provvedimenti legislativi per
quel che riguarda lalimentazione dei
ruminanti sia a livello di singoli Stati membri,
a cominciare dall'Inghilterra (divieto di
utilizzo delle farine di carne ed ossa di animali
per lalimentazione dei ruminanti, 1988),
sia a livello Comunitario (1994). Per quel che
riguarda lItalia, il primo provvedimento
ufficiale risale al 15 novembre del 1989 e vieta
limportazione di farine di carne di
ruminanti dalla Gran Bretagna. Successivamente,
sempre in Italia, a seguito anche delle decisioni
comunitarie, è stata vietata la somministrazione
di farine di carne di mammifero ai ruminanti
(O.M. 28/7/94). Lultimo severo
provvedimento in questo senso è stato
lO.M. 30/4/97 che vieta la somministrazione
di proteine animali agli animali da allevamento.
E' stato adottato per contrastare le numerose
frodi sanitarie perpetrate al fine di utilizzare
nei mangimi per ruminanti le farine bovine, il
cui prezzo era nel frattempo crollato. Tale
Ordinanza è stata recentemente adeguata (aprile
1998) in funzione della direttiva europea
97/47/CE del 28 luglio 1997, e dal 28 maggio 1998
è vietata la somministrazione ai ruminanti di
proteine derivanti da tessuti di mammiferi.
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