Europa e
Stati Uniti. Sulla pericolosità degli
ormoni la Comunità europea pare non avere molti
dubbi. Questo è uno dei capitoli più scottanti
nei rapporti tra Europa, Stati Uniti e Canada.
Da un lato l'Unione ha imposto dal 1989 un
embargo sull'importazione di carni bovine
trattate con gli ormoni. Dall'altro gli Stati
Uniti, che negano che ci siano rischi comprovati
per la salute umana, si sono appellati al Wto,
l'Organizzazione per il commercio mondiale,
accusando l'Europa di applicare politiche
commerciali protezioniste per difendere i propri
prodotti. Nel 1998 il Wto ha sentenziato che la
decisione europea non si fonda su una valutazione
dei rischi, e così la Commissione ha incaricato
uno degli otto comitati scientifici (quello che
si occupa delle misure veterinarie in relazione
alla salute pubblica) di valutare i rischi
potenziali per la salute umana derivanti dalla
presenza di residui di ormoni nella carne bovina.
Il parere definitivo del comitato è arrivato il
30 aprile del 1999: gli esperti hanno individuato
la reale esistenza di rischi per i consumatori
(effetti endocrini, immunologici, neurobiologici,
immunotossici, genotossici, carcinogeni e sullo
sviluppo), ma non è ancora possibile
quantificarli.
Gli
ormoni. Ma quali sono le sostanze
incriminate? Si tratta di ormoni della crescita,
sia ormoni naturali che estradiolo 17ß, del
progesterone, del testosterone e di prodotti
sintesi, vale a dire zeranol, trenbolone e
acetato di melengestrolo (mga). Proprio
l'estradiolo 17ß è stato però indicato dagli
scienziati come una sostanza assolutamente
cancerogena: anche un'esposizione a quantità
minime di residui di questo ormone, usato come
stimolatore della crescita del bestiame, comporta
rischi di cancro per l'uomo. Tra i gruppi più
esposti al rischio i bambini in età prepuberale.
|
confini della sicurezza i casi:
diossina
bse
ogm
ormoni
le battaglie:
no al trasnsgenico
sicurezza alimentare
le novità:
il protocollo di Montreal
etichette per gli ogm
|