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L'allarme. I polli e le uova alla diossina invadono l'Europa nel giugno del 1999. La contaminazione parte dal Belgio: la quantità di diossina scoperta negli animali da allevamento è 500 volte superiore a quella che l'Organizzazione mondiale della Sanità indica come "tollerabile" dall'organismo umano. Valori addirittura più alti di quelli riscontrati negli animali vissuti nelle regioni più contaminate del Vietnam dopo la guerra con gli Stati Uniti, ma comunque inferiori ai valori di Seveso dopo il disastro dell'Icmesa nel 1976.
In un primo momento la responsabilità del contagio ricade su di una fabbrica di mangimi fiamminga, la "Verkest", che aveva utilizzato grasso di scarto e carcasse di animali per produrre gli alimenti per animali. Più tardi si fa strada il nome della "Fogra", società di Bertrix, nel sud del Belgio, che si occupa del riciclaggio di grassi animali e vegetali. Il sospetto nasce dalla scoperta negli stabilimenti della "Fogra" di grassi animali con un alto livello di diossina che avrebbero contaminato i prodotti della Verkest.
Solo in Belgio, sono stati 554 gli allevamenti di polli e galline, più di 400 quelli di maiali e 150 quelli bovini che hanno nutrito i propri animali con i mangimi fabbricati dalle dodici imprese belghe che hanno utilizzato il grasso contaminato della "Verkest". Il Belgio comunica all'Unione europea la notizia della contaminazione con circa un mese di ritardo. E subisce danni per circa mille miliardi.
Come per l'emergenza "mucca pazza", anche in questo caso sono sotto accusa le farine animali. I titolari dell'impresa vengono accusati di avere venduto come 'grassi animali' prodotti che non sarebbero stati al 100% di origine animale. Anzi: vi sarebbero stati anche dei residui di olii minerali usati per lubrificare i motori delle automobili. Subito dopo l'allarme si estende anche a suini, bovini e derivati, come per esempio il latte: 500 allevamenti vengono bloccati in Belgio. La contaminazione coinvolge soprattutto Olanda, Francia e Germania, e sfiora anche l'Italia: in Piemonte viene disposto il sequestro di undici quintali di carne di pollo e uova provenienti dal Belgio.

Cos'è la diossina. Le diossine sono un gruppo di sostanze chimiche molto tossiche e in genere altamente persistenti nell’ambiente e nei sistemi biologici. La scienza non ha dubbi sulla natura cancerogena delle diossine, sull’effetto tossico che hanno sul sistema endocrino e sui seri problemi che possono provocare alla riproduzione e allo sviluppo. La loro capacità di indurre effetti negativi sulla salute anche a esposizioni molto basse dà a queste sostanze grande rilevanza sanitaria.
L’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (parte dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità) il 14 febbraio 1997 ha posto la 2,3,7,8-TCDD, la diossina più tossica, nella classe delle sostanze cancerogene più pericolose.
Le diossine non esistono pure in natura: sono prodotti secondari di molti processi chimici industriali come l'incenerimento e la produzione di pesticidi. La fonte maggiore di diossine nell’ambiente (95% secondo uno studio del 1994 dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente americana) viene dagli inceneritori che bruciano sostanze a base di cloro, dalle aziende di produzione della carta che usano sostanze sbiancanti e dalla produzione di pvc. Nel 1968 questo gruppo di sostanze viene prodotto per la prima volta in laboratorio: le diossine somigliano a grani di sale, bianchi e non solubili in acqua.

La contaminazione. Come passano le diossine dagli animali all'uomo? Principalmente attraverso l’alimentazione. Queste sostanze sono solubili nel grasso e per il 97,5% si accumulano nella carne, nei latticinin nelle uova e nel pesce. Quest’ultimo, in particolare, è un vero ricettore di diossine: i livelli di concentrazione nei pesci sono cento volte quelle dell’ambiente circostante. Le diossine, infatti, sono idrofobe, e quando sono in acqua tendono a rifugiarsi nei pesci. In tutte le specie la via di contatto primaria con le diossine è l’alimentazione: i maggiori ‘corrieri’ di sostanze tossiche sono i grassi di origine animale, proprio a causa della natura lipofila delle diossine. Nasce così la contaminazione dei polli e delle uova in Belgio, che ha poi interessato tutti i paesi importatori tra i quali anche l’Italia. Tra gli esseri umani, le categorie più esposte sono i lattanti, i bambini e le donne in stato di gravidanza.

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Filomena Greco