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Abitare in un'isola. In tre
Uno è Giuseppe Deriu, ex guardia carceraria

Strade a Cala d'Oliva
Strade deserte a Cala d'Oliva

Non ci sono più agricoltori o pescatori, figli delle famiglie che abitavano all’Asinara nell’800 e che vivevano di pesca e di colture. Non ci sono più detenuti né guardie, da che è stato chiuso il carcere. Oggi l’Asinara è un Parco Naturale, e se nella sua storia non c’è mai stata un’epoca di grande affollamento o attività, ora è davvero totalmente deserta.

Non ci sono negozi, c’è una sola strada asfaltata, non c’è un distributore di benzina né un tabaccaio né un ufficio postale. Eppure ci sono tre persone che hanno scelto di vivere all’Asinara, nonostante l’isolamento. Anzi, forse proprio per questo.

La scuola
L'entrata della scuola accanto alla casa di Giuseppe Deriu

Una è Giuseppe Deriu, ex guardia carceraria, che ha chiesto, dopo la chiusura del carcere, di poter restare nell’isola per controllarla e aiutare le guardie forestali del Parco. Vive a Cala d’Oliva, un paesino di case bianche totalmente vuoto. Deve fare una certa impressione uscire la sera di casa e non trovare nessuno per le strade. “Ma io ci sono abituato - dice Giuseppe Deriu - e poi di giorno bene o male qualche ragazzo della Guardia Forestale lo incontro”. La sua casa è una parte della ex caserma, accanto c’è una piccola porta con sopra una vecchia insegna: “Scuola”. Qui Giacomo Cabras e tutti gli altri bambini che hanno vissuto all'Asinara hanno imparato qui a scrivere. Gli altri due abitanti sono una guardia forestale con sua moglie.

 


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