I reperti nascosti / STORIFY
Pubblicato il 14/05/2012 | di grifoni[View the story "I reperti nascosti: cronaca di una morte non annunciata" on Storify]
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Il nuovo quartiere Parco delle Sabine continua a crescere e gli scavi portano alla luce le strutture di epoca romana. Quelle dovrebbero far parte del parco archeologico come da progetto. Ma che non sarà mai realizzato. Alla richiesta di spiegazioni, tacciono sia il Comune che la Società costruttrice
(Nella foto, il Soprintendente Francesco di Gennaro) Conservare resti fuori terra è costoso e difficile, spiegano dalla Soprintendenza. Spesso non ha alcun ritorno economico né culturale. Colpa anche di una società incivile e disinteressata
ROMA – I reperti erano già visibili: resti di ville, dei casali. Ma su quello che è stato trovato durante gli scavi del Parco delle Sabine si è detto poco o niente. La Soprintendenza non ha specificato di cosa si trattasse, e il materiale non… [continua a leggere]
La grande centralità urbana pianificata a partire dagli anni ’90 si sviluppa accanto all’autostrada A1, nella zona nord-est di Roma, al limite del Grande Raccordo Anulare. Un enorme centro commerciale, uno svincolo e decine di nuove palazzine all’interno di un parco di 160 ettari. Ma dei siti archeologici inseriti nel progetto nemmeno l’ombra. La soprintendenza, ridotta sul lastrico, non può garantirne la tutela. E i costruttori, che sulla carta si erano fatti carico della riqualificazione delle preesistenze, non rispondono