La fabbrica ha chiuso, arriva
il “microaiuto” della serenità
Pubblicato il 31/03/2012
NAPOLI – Dopo la chiusura della sua fabbrica, Salvatore Catapano ha dovuto lasciare il lavoro che amava: decorare bomboniere. Ha così deciso di aprire un negozio di bomboniere e di articoli da regalo insieme alla moglie in via Macedonio-Melloni. All’inizio non è stato facile, poi un amico gli ha detto che nel rione Sanità esiste un sistema di microcredito per le piccole attività commerciali. Simile a quello nato nei paesi in via di sviluppo per favorire l’accesso ai servizi finanziari a persone in condizioni di povertà o emarginazione.
Un sistema che in Italia esiste dal 2006 e a Napoli è promosso da una rete di associazioni chiamata Rete Sanità e coordinata dal missionario comboniano Alex Zanotelli. Salvatore e la moglie hanno così ottenuto un finanziamento di 12 mila euro da Banca Popolare Etica. A interessi dell’1% e rimborsabili in sette anni. Una sorta di prestito d’onore.
“E’ stato un aiuto prezioso dopo aver avviato l’attività con le nostre forze. Mia moglie ha pianto per due ore quando ci hanno comunicato di aver ottenuto il finanziamento, che ci ha dato la possibilità di acquistare tutto il materiale per il Natale.”
“Per concedere il prestito, la banca ci richiedeva un locale già avviato con licenza e iscrizione alla camera di commercio. Inoltre non dovevamo avere carichi pendenti: quando abbiamo avuto prestiti in passato, li abbiamo sempre ripagati correttamente. Ha influito molto anche il fatto che io avessi perso il lavoro”.
Ma in un rione come la Sanità resta la diffidenza di molte persone rispetto a questo tipo di aiuto: “Molti non sono informati di questa possibilità, altri non credono che in tempi di crisi ci sia qualcuno che ti può dare davvero una mano. Pensano che non ci si possa fidare. E’ un peccato perché ora noi guardiamo al futuro con più ottimismo. Anche se io e mia moglie non abbiamo più vita privata, siamo sempre in negozio”.