Il rione in frasi sparse
“Questo non è un luogo di passaggio da quando Giuseppe Bonaparte ha fatto costruire il ponte della Sanità. E’ un ghetto”. Alex Zanotelli
“E’ un quartiere originale, come il bronx a New York, ma gli italiani non lo capiscono. Gli artisti e i turisti stranieri, invece, vengono a cercare le vibrazioni”. Davide di “Casa D’Anna”
“E’ un rione-specchio per molti napoletani perché qui, a contatto col popolo, rivedono la povertà che hanno vissuto fino a poco tempo fa. E gli fa paura”. Davide di ‘Casa D’Anna’
“Le persone urlano perché vogliono attirare l’attenzione, ricordare a tutti che esistono”. Antonio Caiafa
“Quando sono arrivata per la prima volta, mi è sembrato di entrare in un altro mondo”. Annamaria Iaville, attivista nel quartiere
“C’è un muro che divide questo rione dal resto della città. Ci sono due Napoli che non vogliono dialogare e questo è pericoloso perché potrebbe creare futuri conflitti”. Alex Zanotelli
“Una volta è venuto un amico da Roma e aveva mille preoccupazioni: chiedeva perché la gente era così rumorosa, temeva di essere rapinato. Mi ha veramente tormentato per una settimana e io gli dicevo di stare tranquillo perché non succede quasi mai niente. Alla fine gli hanno rotto il finestrino della macchina e sono stato contentissimo”. Davide di ‘Casa D’Anna’
“La prima cosa che abbiamo fatto per i ragazzi del quartiere è stato farli viaggiare per aiutarli ad aprire la mente”. Antonio Loffredo
“Secondo te perché qui c’è l’anarchia e non si rispetta nessuna regola? Perché la regola non la conosce neanche quello che dovrebbe insegnarla”. Antonio Caiafa
“Qui manca l’elemento giovanile: i ragazzi sono indirizzati essenzialmente al motorino e alla droga, le ragazze ai centri di bellezza”. Alex Zanotelli
“Per quanto ne so io, pochi commercianti pagano il pizzo. Il problema non è tanto la camorra qui, quanto la mentalità mafiosa”. Alex Zanotelli
“In questo quartiere vivi bene se ti fai i fatti tuoi”. Raffaelina, fruttivendola del mercato
“Ho voluto raccontare le proteste degli abitanti per riconquistare gli spazi comuni, come il parco san Gennaro e il cimitero delle Fontanelle. E per opporsi all’apertura di un supermercato al posto del vecchio cinema”. Antonio Caiafa
“Maddalena Cerasuolo è un simbolo di questo quartiere. Lei che, ancora ragazzina, scese in strada per combattere i nazisti nelle Quattro giornate di Napoli”. Annamaria Iaville
“Con tutte le razze che trovi, qui ti sembra di essere un po’ in tutti i luoghi del mondo”. Davide di ‘Casa d’Anna’
“Una volta ho visto la mostra di una fotografa famosa sul mio quartiere e mi sono arrabbiata perché faceva vedere solo il degrado. Così sono scesa per strada e ho deciso di raccontare il mio rione con le mie fotografie”. Vittoria Di Giovanniniello
“A volte i ragazzi della Sanità vengono da me a imparare il mestiere. Così rubo un po’ di manodopera alla camorra”. Mauro Squillace
“L’arte di arrangiarsi esiste ma solo fino a un certo punto: qui ci sono imprese familiari che vanno avanti da generazioni”. Antonio Caiafa
“Ogni famiglia è un apparato produttivo che produce tanti piccoli redditi. Quando questi vengono a mancare, ecco che la camorra diventa una facile alternativa col traffico di droga e l’illegalità violenta, delinquenziale, omicida”. Francesco Ruotolo
“Il lavoro nero è il male minore. E’ l’alternativa alla camorra”. Francesco Ruotolo
“La furbizia napoletana è un valore aggiunto se usato positivamente, per risolvere i problemi. Se uno vuole essere furbo solo per essere furbo, lo fa una volta il commercio, poi si brucia completamente.” Mauro Squillace
“Faccio due lavori ma non mi fa specie: il lavoro nobilita l’uomo”. Vittoria Di Giovanniniello
“Stiamo qua dalla mattina alla sera. Praticamente il mercato è casa nostra.” Gaetano, fruttivendolo
“Qui sono tutti gentili. Ci sono tante persone oneste, semplici, che lavorano”. Davide di “Casa d’Anna”
“Il rione è un gioiello, ha un patrimonio storico-artistico e umano incredibile. Potrebbe diventare come Trastevere 30 anni fa e attirare tanti turisti, ma non è valorizzato ed è un po’ abbandonato”. Pierre di ‘Casa d’Anna’
“Da questo quartiere credo che non andrei mai via, ma cambierei una cosa: metterei un servizio d’ordine pacifico, per esempio i vigili urbani, per far rispettare le regole. Se non c’è controllo, è normale che ci sia l’anarchia”. Antonio Caiafa
“Ho visto i poveri aiutare quelli più poveri di loro”. Alex Zanotelli
“Non siamo in concorrenza. Se io non ho il lavoro, la mia amica me lo offre. E viceversa. Ci aiutiamo per non morire di fame”. Lucia, artigiana delle scarpe
“Da un quartiere borghese di Parigi sono venuto a vivere qui perché avevo voglia di cose e persone semplici, di un piccolo paradiso”. Davide di ‘Casa d’Anna’
“Il rione ha sempre avuto un legame molto stretto con la morte. Perché in origine era una zona cimiteriale. E ancora oggi si respira questo senso della morte”. Susy Galeone
“Alla Sanità puoi trovare il vicolo come è raccontato nelle commedie di De Filippo. Non è cambiato nulla. Se cerchi un posto e non sai dove andare, stai sicuro che in pochi minuti decine di persone usciranno dai negozi e si affacceranno dai balconi per aiutarti, o semplicemente per chiederti chi sei”. Antonio Caiafa