B&b di lusso nel vicolo povero: “Questo è un rione-specchio”


Pubblicato il 2/04/2012                          
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Davide nel suo bed and breakfast "Casa D'Anna"

NAPOLI – Davide è un architetto napoletano. Emigrato per 17 anni a Parigi, è tornato al rione Sanità una decina di anni fa per aprire un bed and breakfast di lusso, “Casa D’Anna“, in un palazzo storico di via dei Cristallini, uno dei vicoli più poveri di Napoli.

Qui si ha la sensazione di trovarsi nel vicolo delle commedie di Eduardo De Filippo: se chiedi un’informazione a una persona, dopo pochi secondi  in tanti si affacciano dalle finestre o escono dai negozi per dire la loro. 

Lo scozzese Ken ci mostra le stanze di "Casa D'anna"

La Sanità è un quartiere specchio. Quando arrivano qui, molti italiani e anche i napoletani dei quartieri alti hanno paura perché hanno fatto la fame fino a poco tempo fa. Qui, a contatto col popolo, è come se si guardassero allo specchio e rivedessero il loro passato. La paura nasce dalla loro povertà d’animo”.

“Io ci vivo qui e ti posso assicurare che ci sono molte persone oneste, gentili, molti lavoratori. Ed è un quartiere originale, come il Bronx a New York, dove le persone vanno per cercare le vibrazioni. Soltanto che la gente del popolo ha la sua maniera di mostrarsi e di relazionarsi e questo fa paura. Sono un po’ come gli africani”.

Davide gestisce l’attività con due amici: il francese Pierre e lo scozzese Ken. L’appartamento, con quattro stanze per gli ospiti, è stipato di opere d’arte. Qui arrivano soprattutto turisti francesi e artisti. “Mi ero stancato di vivere in una zona ricca di Parigi. Sono tornato perché questo è un quartiere attraente. Avevo voglia di cose semplici, di un piccolo paradiso dove poter gestire un’attività mia.

Davide col francese Pierre

Pierre, che è venuto qui per trascorrere la pensione, dice che la Sanità è un un gioiello, ma che non è valorizzato. “Vorremmo che venisse più gente da fuori. Il rione potrebbe diventare come Trastevere a Roma“.

Per loro, comunque, questo non è un business. “E’ più una cosa fatta per passione – continua Davide – Ogni tanto ci piace comprare l’oggetto bello ma si vivicchia, non navighiamo nell’oro”.

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