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Solo inchieste e niente pubblicità: il Pulitzer a ProPublica

di    -    Pubblicato il 13/04/2010                 
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Il premio Pulitzer andò a finire in internet: Pro Publica, rivoluzionario sito d’informazione online, quest’anno ha vinto la medaglia d’oro per il giornalismo investigativo, con un suo reportage su un ospedale di New Orleans durante l’uragano Katrina. E’ la prima volta che a una testata web senza un giornale di riferimento viene assegnato il più celebre premio giornalistico del mondo.

Pro Publica entra nel giornalismo americano rivoluzionando la produzione delle inchieste, vive grazie al finanziamento di alcuni filantropi e di fondazioni e alla generosità dei suoi lettori.  Tra i finanziatori, per esempio, c’è il miliardario americano Herb Sandler, che ha donato 30 milioni di dollari per il progetto.

Pro Publica si definisce come testata “a servizio del pubblico interesse”, una società indipendente non-profit con sede a New York. “Investigative journalism in the public interest” è il  motto di Pro Publica. Alla guida c’è Paul Steiger, 16 anni vicedirettore del Wall Street Journal e altri 32 reporter. Molti di loro sono stati licenziati dalle loro testate per la crisi che ha colpito il settore.

Per le sue inchieste Pro Publica collabora inoltre con i principali media americani, cedendo loro gratuitamente i  contenuti prodotti (il servizio vincitore del premio è nato da una cooperazione con il New York Times). Dalla Cnn al Los Angeles Times, da Usa Today allo Huffington Post.

Un modo di fare informazione che in Italia ancora non c’è: “In questa forma il giornalismo investigativo non esiste da noi – commenta Sergio Maistrello, giornalista ed esperto in giornalismo online – non so se qualche miliardario italiano sarà mai cosi illuminato da pensare di donare i suoi soldi nell’interesse della società. Non c’è questa sensibilità, chi ha i soldi per farlo ha un’altra concezione dei media”.

Mike Webb è direttore delle comunicazioni per Pro Publica. Anche per Webb il modus operandi di Pro Publica difficilmente potrà essere trasferito in Europa: “Non sono sicuro che questo tipo di giornalismo funzionerebbe in altre parti del mondo – dice – e in America abbiamo una grande tradizione di finanziamento tramite fondazioni.  Non credo che in Europa si possano trovare benefattori indipendenti che lascino lavorare da soli e in modo indipendente le testate giornalistiche”.

Anche Vittorio Zambardino, analista delle tecnologie e dei media, non pensa siano possibili molti paragoni con l’Italia. “C’è il rischio di enfatizzare – dice – è un risultato molto ‘americano’. Questo Pulitzer è merito dell’apertura dei media e della società statunitensi. Lì, a questo tipo di giornalismo è stata data una chance, come viene data a una persona che vuole aprire un’azienda o entrare in un mercato”.

Quello che sta arrivano anche da noi – spiega Maistrello – è la donazione diffusa, cioè cittadini che decidono di sostenere il giornalismo e la raccolta d’informazioni:  “La colletta per finanziare l’articolo che negli Stati Uniti è sperimentato da Spot Us, in Italia è arrivato con You Capital e dovrebbe arrivare con To Report”.

In You Capital, gli iscritti al sito possono presentare un progetto che verrà proposto nel sito: gli editori del progetto diventeranno così non più le compagnie “tradizionali”, ma i lettori internet che sono disposti a contribuire economicamente alla sua realizzazione. Discorso analogo per To Report, una piattaforma per la compravendita di servizi giornalistici, dove i lettori possono sia chiedere e proporre inchieste.

Per Maistrello il problema non è l’online o la stampa, il futuro del giornalismo investigativo non dipenderà dal mezzo “bisognerà solo fare buone investigazioni, fare buon giornalismo. Il futuro in rete sarà quello di recuperare il giornalismo com’è stato, scrostarlo dalle calcificazioni dei media di massa e da tutti gli inquinamenti che non appartengono alla professione ma agli interessi dell’editori.  Per far questo bisogna trovare un modo onesto per riuscire a ripagare le spese, anche con la collaborazione dei lettori e della società, benefica per prima di un buon giornalismo”.

Guida alla Rete

ProPublica

Premio Pulitzer

“The Deadly Choice” l’articolo premiato

YouCapital

ToReport

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