Chissà se in questa occasione il sindaco Cancellieri toglierà il fazzoletto verde dal taschino e lo sostituirà con uno tricolore?
Una cosa è certa, Fermignano, il comune leghista più a sud d’Italia, si avvia a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia il prossimo 17 marzo. “Saremo i primi in provincia nei festeggiamenti -afferma l’unico sindaco leghista della regione – non avrei mai voluto che si pensasse che la nostra città non crede nell’Unità d’Italia”.
In controtendenza con la posizione ufficiale del Carroccio, che non ha mostrato a livello nazionale di vivere il 17 marzo come un giorno di festa, il sindaco ha programmato un ricco calendario di eventi: si inizia il 16 marzo con la “Notte Tricolore”, con animazioni e musica per le vie del centro storico, e si proseguirà fino a maggio con convegni e mostre che presenteranno una serie di litografie inedite, legate ai ritratti dei grandi marchigiani protagonisti del Risorgimento.
Fermignano conta 8000 abitanti di cui 1500 stranieri arrivati in cerca di lavoro; infatti la città rappresenta un importante polo industriale della Valle del Metauro.
Delle celebrazioni dell’Unità nazionale, i nuovi abitanti di Fermignano hanno mostrato di non sapere granché. Qualcuno però ai festeggiamenti parteciperà: “So che c’è una festa in paese il 17, non ho capito di cosa si tratta, ma ci andrò” afferma Karim, un ragazzo marocchino che gestisce un piccolo emporio.
In paese, negozi e attività commerciali dovrebbero rimanere quasi tutti chiusi. A dispetto di quello che ci si potrebbe immaginare, da queste parti molti sono felici di festeggiare insieme l’Unità. Alcuni elettori leghisti però non sembrano convinti del tutto. Come il macellaio della piazza, che dice: “Garibaldi avrebbe fatto meglio a tagliare l’Italia in due, ma alla fine ce la teniamo così”.