I settori alloggio e ristorazione fanno registrare la crescita maggiore (+287), bene anche il commercio (+259). Auentano anche le imprese edili (+181), le più colpite dalla crisi, ma non si tratta di una ripresa del settore quanto di una scelta di molti lavoratori di mettersi in proprio come muratori o carpentieri. Tra loro è alta la percentuale di extracomunitari.
In ripresa anche i tradizionali comparti manifatturieri (meccanica, moda, mobile) che dopo due anni difficili fanno registrare di nuovo il segno positivo (+20).
La quasi totalità degli imprenditori ha scelto di costituirsi come società di capitale (+855), sostanzialmente stabili le società di persone (+4) e le imprese individuali (+12) che restano comunque la maggioranza delle imprese.
Soddisfazione nelle parole del Presidente di Unionmarche Alberto Drudi che vede fra i marchigiani “la voglia di investire su sé stessi e sulle proprie capacità e competenze. Sfidando i mercati assumendosi il rischio di fare impresa. Se in questi anni la nostra regione ha resistito alla crisi, è stato grazie soprattutto alla qualità del suo tessuto produttivo e alla forza delle famiglie, che si è tradotta in risparmio e tenuta sociale. Per fortuna e per merito, abbiamo queste solide basi da cui ripartire.
Ma Drudi lancia anche un allarme: “Le imprese chiedono alle istituzioni iniziative concrete per affiancarle in questo compito: rimuovere gli ostacoli burocratici, rilanciare l’ammodernamento delle infrastrutture e della pubblica amministrazione, investire sulla formazione e sostenere la presenza sui mercati esteri dei nostri imprenditori”.
(m.c.)