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Caso Sarah Scazzi: eccessi mediatici, interviene l’Agcom

di    -    Pubblicato il 22/03/2011                 
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URBINO – Per giorni e settimane non si è fatto altro che assistere a trasmissioni televisive e focus sui giornali che hanno “spettacolarizzato” l’omicidio di Sarah Scazzi e ora l’Agcom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – tenendo conto di quasi 400 trasmissioni Tv, ha segnalato all’Ordine dei giornalisti una serie di violazioni della deontologia professionale.

Anche il Consiglio nazionale dell’Ordine e la Consulta dei Presidenti degli Ordini regionali, dal canto loro, hanno espresso preoccupazione e allarme per le derive che hanno investito il mondo dell’informazione. Al momento comunque non sono stati avviati provvedimenti disciplinari sui singoli giornalisti.

“Abbiamo assistito ad alcuni telegiornali in cui erano previsti tre collegamenti con l’inviato nell’arco della stessa edizione. Collegamenti che la maggior parte delle volte non erano giustificati da aggiornamenti sulla vicenda, utilizzati soltanto per creare attesa nello spettatore” – ha affermato Vittorio Roidi, che per anni ha diretto “Il Messaggero”.

“Un altro punto fondamentale emerso nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio Scazzi – sostiene sempre Roidi – è stato il mancato rispetto di norme di natura giuridica. Si è assistito a processi pubblici fatti in Tv. Uscivano notizie sui giornali durante la fase istruttoria, quindi prima del dibattimento che rappresenta l’inizio della fase pubblica di un processo”.

Per mesi i lettori e i telespettatori sono stati asfissiati da commenti e discussioni, solo all’insegna dell’auditel. “C’è un aspetto fondamentale – conclude Roidi – che riguarda la qualità dell’informazione. Confondere lo show con la professione giornalistica è un grave danno per l’opinione pubblica che viene tradita”.
(f.m.)

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