Può esistere un ‘copia-incolla’ corretto, in linea con la deontologia professionale? Sì, e a dimostrarlo sta un’operazione tutta marchigiana, promossa da giornalisti che hanno fatto una scelta di campo ben definita: un ‘copincollismo’ non fuorilegge, in cui non si plagiano contenuti altrui ma si propongono al lettore certi documenti informativi, dichiarandone esplicitamente gli autori.
E’ il caso delle Edizioni Vivere, gruppo di Senigallia che ha creato una speciale piattaforma online in cui si fa informazione tramite contenuti altrui legittimamente presentati e offerti ai lettori. Michele Pinto, direttore responsabile, racconta la sua avventura editoriale.
Che tipo di esperimento è il vostro?
Io e altri due soci nel 2003 abbiamo voluto creare un network di testate locali online sparse sul territorio organizzando un vero e proprio franchising. Ora siamo presenti anche in Umbria, oltre che nelle Marche. Siamo però nati a Senigallia e la nostra è una realtà piccola: per questo siamo figure a metà tra il giornalismo vero e proprio e l’imprenditoria. Dobbiamo infatti procurarci da soli i finanziamenti pubblicitari e non siamo assoggettati a nessuna parte politica.
Come avete scelto di lavorare?
Noi copiamo e incolliamo nei nostri siti i comunicati stampa che ci arrivano dalle istituzioni, dalle forze dell’ordine e da altri soggetti e li presentiamo al lettore come tali, senza nessun inganno. Lui è cosciente di leggere qualcosa in cui noi non mettiamo mano. Nei quotidiani si fa un’operazione ben diversa: si copiano sul giornale interi brani di comunicati stampa apponendovi poi la firma dei giornalisti. Questa è un’operazione falsa e tendenziosa. Così il lettore viene ingannato.
Dunque il vostro è un ‘copia e incolla’ veritiero?
Sì. Il lettore sa qual è il prodotto che gli proponiamo e cosa aspettarsi. Gli diamo voce in prima persona, fra l’altro, perché lasciamo spazio alle sue segnalazioni. Per noi le lettere dei cittadini sono come i comunicati stampa, perché molto spesso è dalla gente che arrivano le notizie. Poi rimangono comunque i commenti dei lettori a fare la differenza nei quotidiani on line; è in questi che sta il valore aggiunto rispetto alla carta stampata. E la lettura, nel nostro caso, diventa strumento di scelta di ciò che è notizia e di ciò che non lo è.
In che senso?
Noi pubblichiamo almeno una trentina di notizie al giorno e sono poi i lettori a ‘fare’ il giornale, permettendo a una notizia di salire o scendere sulla home, a seconda dei click che riceve. Sono loro i selezionatori delle notizie. E i loro commenti ci danno l’opportunità di valutare i contenuti che ci vengono proposti. Grazie ai lettori, infatti, spesso scopriamo notizie false e correggiamo l’informazione.
La non selezione delle notizie è una vostra precisa scelta, quindi. Lasciate che siano i lettori a farlo. In questo contesto, allora, che ruolo assume la figura del giornalista?
La missione resta quella di sempre, dare voce agli altri. Noi lo facciamo dando voce ai cittadini, che spesso ci segnalano problematiche di tutti i tipi, e che considero piccole inchieste, per la loro natura. Noi ne verifichiamo la veridicità e andiamo sul posto per raccogliere altro materiale, ma il contributo di base viene dal basso. E’ questa una delle più grandi rivoluzioni del giornalismo moderno, che sta cambiando la sua natura, e che è ancora tutto da capire.
[…] Il caso Il copia-incolla etico delle Edizioni Vivere […]
[…] Quando il copia incolla è etico: “Il network di Edizioni Vivere”. Ringrazio Silvia Baldini che mi ha intervistato per “Il Ducato” il giornale della scuola di giornalismo di Urbino sul delicato tema del Copia e Incolla nel giornalismo. […]