Esiste un caso di ‘copia e incolla’ che può fare scuola. E’ quello delle Edizioni Vivere, realtà marchigiana nata nel 2003 che ha scelto di fare qualcosa di diverso. Uno specchio di come sta cambiando l’idea di giornalismo tradizionale. Michele Pinto, il direttore, racconta la sua esperienza

Su internet, si sa, tutto si può scrivere e tutto è condivisibile. Ma laddove c’è gloria, spesso non c’è fatica: la moda del copia-incolla senza citazione della fonte dilaga. Vittime giornalisti e blogger noti e meno noti, che però hanno una cosa in comune: lavorano per produrre un articolo che qualcun altro si prenderà senza chiedere.
LEGGI – Quando copiare è etico: le Edizioni Vivere

“Serrande digitali” abbassate il 18 gennaio per molti blog, social network e aggregatori di notizie come Reddit, Twitpic e Xda Developers. Anche la versione inglese di Wikipedia chiude per 24 ore (leggi il comunicato sul sito italiano). Un black out di protesta contro la proposta di legge americana sul diritto d’autore e la pirateria online. Manca ancora l’adesione di altri “big” come Google e Facebook