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Maltempo: gravi danni per 16.000 aziende. Edilizia settore più colpito

di    -    Pubblicato il 10/02/2012                 
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di Noemi Bicchiarelli e Stefania Bernardini

URBINO - L’emergenza neve sta mettendo a dura prova le imprese della nostra provincia. Pesantissima la situazione in tutti i settori: dall’agricoltura al commercio, dall’artigianato alla manifattura fino all’edilizia, il settore più colpito.

Più del 50% delle aziende ha subito gravi danni «fisici»: tetti che cedono, infiltrazioni d’acqua, tubazioni rotte e strade bloccate. Numerosi i capannoni con coperture a rischio crollo a causa del peso della neve. A questi si aggiungono ovviamente i danni economici: “Ogni azienda ha avuto una perdita di circa 700-800 euro al giorno – ha affermato Camilla Fabbri, responsabile provinciale Cna – se la moltiplichiamo per le 16mila imprese del nostro territorio e per i 7 giorni di emergenza, fanno circa 56 milioni di euro di perdita”. Una cifra altissima.

Molte imprese dopo le nevicate di oggi e dei giorni scorsi, sono completamente paralizzate. La neve, il gelo e le temperature proibitive impediscono di lavorare. Il 20% di queste, 1.844 solo nel Montefeltro, sono state costrette a chiudere completamente i battenti o ad avere un’attività ridotta (il 40%).

“Tra le zone più colpite, oltre a Urbino – ha raccontato Camilla Fabbri – c’è la zona dell’Alta e Media Valmetauro, i paesi di Piobbico, Apecchio, Cagli, Fermignano, Mercatello e Urbania con le loro 4.227 imprese. Pesante la situazione anche per le 1.200 aziende dell’Alta Val del Foglia-Montefeltro. Alle prese con un metro di neve anche l’Alta Valle del Cesano e la Valle del Conca. Disagi anche per la Bassa Valmetauro, la Bassa Valle del Cesano e per l’Unione dei Comuni di Pian del Bruscolo. Migliore la situazione nella costa”. L’intero territorio è in un grave stato di emergenza.

Aziende in difficoltà che fanno fatica a tornare a una situazione lavorativa normale, anche perchè le poche rimaste aperte sono comunque nell’impossibilità di ricevere e consegnare merce. “Non dimentichiamoci che veniamo da una settimana di fermo dell’autotrasporto – ha dichiarato la Fabbri – sono 1.900 le imprese del settore che hanno ridotto il fatturato dell’80%, la situazione è così ancora più pesante”.

Ridotto il lavoro per le aziende manifatturiere (legno, mobili, tessile e meccanica), la produzione è pari al 30-40%, ma è soprattutto l’edilizia ad essere in ginocchio: tutte le imprese del settore, con dipendenti che lavorano nelle zone interne della provincia (circa 2.100 imprese), hanno già fatto richiesta di cassa integrazione per maltempo.

Questa è stata la scelta di Davide Mazzanti, imprenditore di una ditta edile nel comune di Colbordolo che oggi ha raggiunto quasi un metro di neve: “Mercoledì sono 2 settimane che la mia azienda è chiusa, il maltempo non ci permette di lavorare. Difficile fare uscire i mezzi dal magazzino e farli circolare, pericoloso far spostare gli operai. Le stesse temperature glaciali – continua Mazzanti – sono dannose, noi usiamo materiali come vernici o rasanti che richiedono una temperatura ambiente di almeno 5 gradi”.

“Oltre ai giorni di lavoro persi – racconta Davide – ho subito danni ad alcune strutture intorno al mio magazzino e siamo stati costretti a «puntellare» con dei paletti la tettoia sopra le attrezzature, perchè a rischio crollo. Lunedì avrei voluto riprendere la mia attività, ma le condizioni meteo stanno peggiornado, i miei 18 operai quasi ogni giorno mi chiamano per sapere quando potranno tornare a lavorare”. Come Davide sono migliaia gli imprenditori e gli operai che si trovano costretti ad una cassa integrazione forzata.

Non dimentichiamoci poi che le aziende hanno dei costi fissi giornalieri, che ovviamente dipendono dalla grandezza dell’impresa stessa: “Sì, io tra contributi, assicurazioni e altro, ho circa 4.500 euro di spese al giorno, le tasse vanno pagate e non lavorando è tutto più complicato”.

Proprio sul fronte pagamenti la Cna ha deciso d’intervenire chiedendo all’Agenzia delle Entrate di non applicare sanzioni per eventuali (e quasi sicuri) ritardi nei versamenti: “La prossima scadenza per le aziende è dietro l’angolo, è quella del 16 febbraio – commenta Camilla Fabbri - e prevede il pagamento di contrbuti, dell’acconto iva e di tante altre spese. Gli imprenditori avranno serie difficoltà a pagare i loro debiti entro questa data visto il mancato lavoro di questi giorni”. L‘Agenzia delle Entrate non ha ancora dato ufficialmente una risposta, ma sta valutando la situazione.
“I danni sono gravissimi – ha concluso la responsabile Cna – questo è un ulteriore colpo per la nostra economia che nelle prossime ore potrebbe diventare ancora più pesante”. Le previsioni meteo infatti, non promettono niente di buono.

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