URBINO – E’ la mano che ha disegnato la bacchetta magica del piccolo mago con gli occhiali, amato da tutto il mondo. Da Urbino a Hogwarts, dalla scuola d’arte della città ducale a quella di stregoneria di Harry Potter.
La storia di Serena Riglietti passa per i vicoli della città di Urbino: prima alla Scuola del Libro (sezione Disegno animato) e poi nei laboratori dell’Accademia delle Belle Arti dove attualmente insegna le tecniche dell’illustrazione.
L’incontro con il mago nato dalla penna di Joanne Rowling avviene a Milano. Girando con il suo book di illustrazioni sotto il braccio la Riglietti si ferma di fronte lo stand della Salani Editore.
Prima le illustrazioni di “La casa per le bambole non si tocca”, poi nel 1997 il botto; esce nelle librerie italiane “Harry Potter e la pietra filosofale”, il primo grande successo di massa per l’illustratrice. Del maghetto di Hogwarts la Riglietti disegnerà tutte e sette le copertine dell’edizione italiana e per i primi cinque libri anche le illustrazioni interne.
“Il libro è nato per rivolgersi ai ragazzi, dunque come un progetto fatto di parole e disegno – racconta – poi è diventato un fenomeno che ha coinvolto anche i più grandi e quindi, dal quinto libro, non ci sono più state all’interno nessun tipo di immagini”. Serena Riglietti ha iniziato presto a immaginare mondi animati, passando il tempo a fantasticare lontano da quella Rozzano, periferia di Milano, dove è cresciuta: “Era meglio immaginare che guardarsi attorno”.
Le sue opere vivono dello spirito dei ragazzi e dei ricordi d’infanzia. “Vivo la mia persona e quindi anche il mio lavoro con un grande senso di responsabilità nei confronti dei giovani – dice l’artista – ma non voglio che si pensi che questi lavori facciano il verso a quel mondo. C’è una grossa differenza tra la semplicità e la semplificazione”.
Le sue tavole diventano dei veri e propri contenitori della sua storia: “Disegno per raccontare con i segni, i simboli e le metafore. Come fossero parole”. Si possono scrivere libri disegnando: “Devi vedere le parole, diceva il mio maestro. Questo è il lavoro di un illustratore: vive di una narrazione che si sviluppa per immagini”.
Il suo primo lavoro alla scuola d’arte di Urbino fu uno story-board per un disegno animato. Alla fine della sua esperienza accademica le sue opere vennero esposte a Palazzo Ducale, nella cornice della prima edizione di Arts Libraria. “Il mio professore di Animazione mi fece notare che nei miei disegni c’era una matrice narrativa molto forte. L’ho ascoltato e aveva ragione”.
Nasce qui un fenomeno editoriale amato da migliaia di fan, a partire dalle tecniche apprese nella terra del Duca: “L’Accademia rappresenta una ricchezza senza pari per Urbino, anche se a volte sembra vivere in un mondo a sé, distaccata dal resto della città. Ed è un vero peccato”.
Nel 1994 il primo contratto e l’avvio di una brillante carriera che la porta ad essere un punto di riferimento nel mondo delle illustrazioni nell’editoria per ragazzi di case editrici italiane e straniere. Le sue esposizioni arrivano fino all’estremo oriente con esposizioni in vari musei giapponesi.
L’unione tra la mano di Serena e la bacchetta di Harry Potter festeggia nel 2007 i dieci anni, celebrati con una mostra alla Casina di Raffaello di Roma e con un volume che raccoglie tutti i disegni sul maghetto con gli occhiali.
“Delle sette copertine che ho disegnato, quella dell’Ordine della Fenice – racconta la Riglietti – ha un significato speciale. L’ho consegnata il giorno prima che nascesse mio figlio”. Guardando i suoi disegni ci si immagina Harry Potter volare verso Hogwarts o combattere con il suo più grande nemico, il malvagio Voldemort: “Io non sono contenta di un mio disegno finché non vedo i miei personaggi recitare. Devo vedere in loro una vena pulsante di vita”.
Acquerello e pittura ad olio; poi gli acrilici fino alle nuove tecniche digitali. Il lavoro di Serena Riglietti spazia tra le varie tecniche ma con un comun denominatore: “Tutto su carta e senza disegni preparatori”. E pensare che Serena di libri di Harry Potter ne ha letti tre su sette; di film non ne ha visto neanche uno. I poteri dell’immaginazione.