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Dopo la neve le Marche in marcia per una primavera a Roma

di    -    Pubblicato il 12/03/2012                 
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I primi raggi di sole rischiano di far dimenticare la tempesta di danni provocata da Blizzard. Il bianco è svanito dalle strade, ma alla scomparsa della neve non corrisponde la fine dei disagi. E così per mantenere alta l’attenzione il presidente della Provincia Matteo Ricci ha lanciato il “Marche Day”, una mobilitazione creata proprio per non lasciare la regione nel “dimenticatoio”.

LA MANIFESTAZIONE – L’appuntamento è per il 21 marzo a piazza Montecitorio. “Ci saranno persone e immagini – prosegue Ricci – vogliamo far vedere quello che è successo durante i giorni della tormenta, mostrare i crolli. Ci auguriamo che essendo davanti al Parlamento possano unirsi diversi deputati e magari di ottenere anche un incontro ad alti livelli con il governo.” Il richiamo al governo in questo periodo di crisi non è certo il primo. Appena i soliti fiocchi di febbraio si sono trasformati nella nevicata più grande della storia le istituzioni locali hanno subito chiesto un aiuto a livello nazionale, risposte ufficiali ancora non ne sono arrivate ma il giovane presidente della Provincia si sente fiducioso: “Le Marche sono una regione discriminata, nell’ultimo anno ci sono state due calamità naturali e non hanno ricevuto alcun aiuto, speriamo che questo governo possa rimediare.”

LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA – All’appello della Provincia si uniscono anche le associazioni di categoria, che saranno anche loro a Roma nel primo giorno di primavera. Amerigo Varotti, direttore Confcommercio Pesaro-Urbino, si unisce al coro dei politici per chiedere un intervento del governo: “Le aziende non ce la fanno. Prima c’è stato lo sciopero dei camion, poi l’emergenza neve, questo ha portato ad un blocco delle vendite”. Stime sulle perdite? “Avere dei dati è molto complicato, al milione di euro di danni strutturali va aggiunto il danno emergente, ma non è facile calcolare quanto si è perso con i prodotti fermi nei magazzini”.

IL FISCO – Le tasse però non aspettano la partenza dei camion e la prossima scadenza si avvicina ad una velocità preoccupante per le 2200 aziende iscritte alla Confcommercio di Pesaro. Già il 16 febbraio molte imprese non erano riuscite a mettersi in regola con il fisco. Denis Santini, responsabile fiscale della Cna locale, aveva dichiarato che: “diverse decine di aziende ci hanno chiesto di non procedere al pagamento delle imposte in automatico” Dal 16 febbraio si è arrivati al 16 di marzo, quando toccherà anche la liquidazione Iva dell’ultimo trimestre 2011, e la richiesta delle imprese è sempre la stessa: posticipare i pagamenti, “come si è sempre fatto”, aggiunge Varotti.

L’USCITA DAL PATTO DI STABILITA’ – Il fisco non è l’unico obiettivo, nei giorni post emergenza si parla tanto anche di uscire dal patto di stabilità. Che si tratti di una prospettiva reale e non di una semplice “minaccia politica” è stato chiarito nell’incontro che la Camera di Commercio ha promosso il 2 marzo a Pesaro. Riuniti intorno al tavolo di Via settembre c’erano tutti: istituzioni locali e associazioni di categoria, tutti in “sintonia per superare gli effetti depressivi prodotti dal patto di stabilità”. Bisogna mantenere alta l’attenzione, ma non è il caso di creare scenari apocalittici. Nelle parole del Presidente Ricci prevale la fiducia: “Da parte nostra ci deve essere grande determinazione. Il governo risponderà.” Non c’è ancora nessuna notizia ufficiale, ma i marchigiani sembrano essere al riparo da una nuova “tassa sulla disgrazie”. L’alluvione del fermano l’anno scorso aveva fatto schizzare l’accisa sulla benzina, portando la regione a conquistare l’infelice record di territorio più caro d’Italia. A febbraio la Consulta ha dichiarato incostituzionale la misura contenuta nel Milleproroghe del 2011, non rimane che sperare in un epilogo diverso e festeggiare l’inizio della primavera a Roma.

I DANNI ALLA CULTURA – Urbino è patrimonio Unesco e molti dei suoi gioielli sono stati interessati da crolli, giocano quindi un ruolo a parte i danni provocati alle bellezze artistiche della città ducale e dal ministero dei Beni culturali arrivano le prime buone notizie. Roberto Cecchi, sottosogretario, ha effettuato un sopralluogo ad Urbino il 9 marzo e ha annunciato che verranno sbloccati quattro milioni di euro dal fondo di riserva. Il primo milione sarà destinato al convento di S. Bernardino, l’edificio storico più a rischio, anche a causa di cedimenti precedenti al Blizzard.

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