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Non è un maiale ma un sistema elettorale: ecco cos’è il Porcellum

di    -    Pubblicato il 6/02/2013                 
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Aggiornamento del 5 dicembre 2013 – La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimi gli articoli della legge riguardanti il premio di maggioranza e le liste bloccate. – LEGGI: PORCELLUM BOCCIATO, E ORA COSA SUCCEDE?

Il Porcellum non è un maiale latino né una parola sarda, non è nemmeno di Ciacci che aveva ben venti maialini. Molti urbinati e molti studenti hanno le idee abbastanza confuse per quanto riguarda questa parolina misteriosa.

Ma allora cos’è il Porcellum?

Il Porcellum è la legge 270 del 2005, detta anche legge Calderoli dal nome del suo inventore, l’ex ministro leghista per la Semplificazione. Da lui stesso definita “una porcata” (da qui il soprannome).
Regola il sistema elettorale della Repubblica italiana, ossia detta il metodo con il quale il popolo italiano vota e, di conseguenza, vengono assegnati i seggi in parlamento.

Ma come funziona questa legge?

E’ un sistema proporzionale: questo significa che le poltrone delle due camere vengono assegnate in proporzione ai voti raccolti dai singoli partiti e dalle coalizioni. Più voti un partito ha, più seggi riceve. Si differenzia dal sistema maggioritario perché, in quest’ultimo, la maggioranza dei seggi viene calcolata in base alla vittoria nel seggio uninominale: il Paese veniva diviso in piccole circoscrizioni singole dove si sfidavano – tendenzialmente – due candidati. Chi vinceva più collegi si assicurava la maggioranza assoluta dei seggi.

1. Il premio di governabilità

Per consentire alla coalizione vincente di governare (almeno in teoria), è previsto un premio di maggioranza a vantaggio di chi ha vinto le elezioni, con qualche differenza tra Camera e Senato.

In soldoni significa che al partito che ha ricevuto più voti a livello nazionale vengono assegnati automaticamente 340 seggi alla Camera (la maggioranza minima è 318), mentre al Senato il premio è garantito su base regionale, cioè il partito vincitore nella singola regione si accaparra almeno il 55% dei seggi che quella regione può assegnare (ad esempio: le Marche assegnano un totale di 8 seggi; se il partito X prende la maggioranza relativa dei voti avrà diritto ad almeno 5 seggi a Palazzo Madama).

Da questo sistema sono escluse la Valle d’Aosta, il Trentino e la circoscrizione Estero.

2. I Listini Bloccati e la preferenza che non c’è

I candidati vengono scelti dai partiti che li esprime secondo una lista che funziona come una graduatoria. Il partito X, in pratica, presenta una lista di 10 nomi per la Camera e di 10 per il Senato. Se per esempio il partito X nelle Marche prenderà il 10% dei voti, manderà in aula solo il nome numero 1, se prenderà il 20% i nomi numero 1 e 2, e così via. Le graduatorie e le gerarchie sono interamente compilate dai partiti quindi all’elettore non è concesso esprimere la preferenza per il singolo candidato ma deve limitarsi a sbarrare il simbolo della lista che preferisce. Anche se Pd e M5s hanno tentato, con le primarie, di includere almeno per una parte, i cittadini nella redazione delle liste.

3. Lo Scivolo

Molti candidati “famosi” sono capolista in parecchie circoscrizioni e, se verranno eletti in più di una di esse, lasceranno vacante un posto, e quindi si scorrerà la graduatoria (Berlusconi, per esempio, è candidato come capolista al Senato in tutte le circoscrizioni, ciò significa che se il Pdl prenderà 6 seggi nelle Marche ma Berlusconi sceglierà di risultare eletto in Lombardia, i candidati del Pdl marchigiano che occuperanno gli scranni di Palazzo Madama saranno quelli inseriti in lista dal numero 2 al numero 7. Questo meccanismo è detto “scivolo”).

4. Le soglie di sbarramento

Per garantire ulteriormente la governabilità del Paese e limitare l’eccessiva frammentazione, la legge prevede che realtà politiche troppo piccole, che rappresentano una parte non significativa della popolazione, non possano accedere al parlamento. Sono previste quindi due soglie di sbarramento – ossia una percentuale minima di voti su scala nazionale – in misura diversa per Camera e Senato, e sono anche previsti dei minimi per le coalizioni.

Alla Camera la soglia è del 4% dei voti nazionali per le singole liste e del 10% per le coalizioni (le liste della coalizione hanno però l’obbligo di superare quota 2% del voto totale).

Al Senato queste percentuali sono raddoppiate: la soglia è all’8% per i singoli partiti e al 20% per la coalizione, resta invariata la soglia per i partiti interni alla coalizione  (con uno sbarramento alla singola lista del 3%).

5. Critiche alla legge

Molti osservatori criticano il Porcellum perché il cittadino non può esprimere alcuna preferenza personale e delega totalmente ai partiti la decisione su quali uomini e donne sederanno alle camere.

Un altro grave problema è la governabilità: non è garantito che i due rami del Parlamento abbiano la stessa maggioranza politica. Questo per via del diverso sistema di assegnazione del premio. Alla Camera questo è assegnato su base nazionale (al partito che prende più voti in assoluto su tutto il territorio), mentre al Senato è assegnato in ogni singola regione a seconda delle percentuali.

La Corte Costituzionale, nell’accogliere le varie richieste di referendum abrogativo del Porcellum presentate in questi anni, ha criticato la legge, specialmente nella parte in cui non specifica un numero minimo di voti necessari per ottenere il premio di maggioranza.

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2 commenti to “Non è un maiale ma un sistema elettorale: ecco cos’è il Porcellum”

  1. GIOVANNI scrive:

    SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO, TUTTAVIA MI VERGOGNO DI ESSERLO

  2. margherita scrive:

    Una vergogna ,mi sento un italiana che ama il suo paese,ma si vergogna di farne parte,uno schifo da vomitare,e ogni volta torniamo al voto,ma si puo!ciao a tutti