“Gli italiani ci hanno detto una cosa molto chiara: non abbiamo incarnato quella richiesta di cambiamento che ci veniva fatta”. Questo è stato il commento di Lara Ricciatti, eletta come deputata alla Camera per Sinistra Ecologia e Libertà, nella circoscrizione Marche. E’ stata inserita in lista dopo avere ottenuto la vittoria nelle primarie di Sel del 30 dicembre 2012 con 811 preferenze, 100 in più rispetto al coordinatore regionale del partito Edoardo Mentrasti, classe 1956.
Lara è nata a Fano e ha 27 anni. Ha iniziato la specializzazione in Relazioni e Cooperazione Internazionale, dopo una triennale in Scienze Politiche all’Università di Urbino. Per preparare la tesi di laurea in governance europea, ha trascorso sei mesi a Bruxelles, tra febbraio e luglio dello scorso anno. Come molti giovani della sua generazione, ha spesso affiancato allo studio lavori stagionali e precari. La sua esperienza politica comincia nel 2000, con l’iscrizione alla Sinistra Giovanile, per approdare poi ai Democratici di Sinistra come responsabile dell’organizzazione della sezione di Fano e, in seguito, in Sinistra Democratica. Attualmente è segretaria provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà per Pesaro e Urbino.
“Mi candido perché lottare per il lavoro non vuol dire solo difendere i posti di lavoro – aveva dichiarato alla vigilia delle elezioni – ma capire come crearne di nuovi. Combattere la precarietà non significa soltanto pretendere leggi migliori, ma anche imparare a condividere informazioni ed esperienze per creare nuove attività.” Laura afferma di credere nella politica e sostiene che “fare politica è la più concreta e alta espressione dell’essere cittadini”.
Però è insoddisfatta del risultato elettorale ed è convinta che non ci sarà il tempo necessario per le riforme mirate a un rilancio del territorio. “Sarebbe bello avere la possibilità di portare avanti le nostre idee, ma la situazione di forte ingovernabilità che si è venuta a creare ci porterà nuovamente al voto in tempi brevi.” Quindi la giovane deputata, al momento, guarda più al nazionale che al locale, sostenendo la necessità di lavorare in primo luogo alle fondamenta delle istituzioni: “Quello che si può fare è riposizionare la politica sui giusti binari, cercando prima di tutto di cambiare la legge elettorale, che è la causa principale di questa situazione.” Anche Lara parla della necessità di mediare sul terreno comune, sulle zone di confine tra idee differenti, ma è scettica sulla possibilità di una reale collaborazione. Per quanto riguarda l’affermazione del Movimento 5 Stelle a primo partito nazionale, ammette di non essersi stupita: “I risultati ci dicono che il paese è nettamente diviso in vari pezzi: da una parte un voto non solo di protesta, ma anche di richiesta di cambiamento, che si è espresso nel movimento di Grillo e che condanna i partiti tradizionali a una sorta di esilio; dall’altra c’è ancora l’Italia di Berlusconi”.