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“Più Adsl e riforma della Rai”: le proposte per i media dei partiti

Il libero accesso alla rete internet, la libertà d’informare e di essere informati, il pluralismo nei media radio-televisivi: questi argomenti, collegati fra loro da un filo rosso che è l’articolo 21 della Costituzione italiana, sono e saranno determinanti per il futuro dell’Italia. Nella campagna elettorale 2013, però, questi argomenti sono rimasti un po’ in disparte, soppiantati da temi altrettanto importanti come tasse, lavoro e pensioni.

Articolo 21 della Costituzione
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Il nostro paese si trova al 57° posto, su 179 paesi, nella classifica della libertà d’informazione stilata da Reporter senza Frontiere, dietro a Niger, Botswana e Moldavia e una ricerca dell’Unione Europea ha svelato come l’Italia sia al terzultimo posto nella percentuale di popolazione che si connette a internet almeno una volta a settimana. La copertura della banda larga su rete fissa è ancora un miraggio e solo il 51% degli italiani usa il web regolarmente, mentre la media dei cittadini europei è del 68%.

Per queste ragioni, e per questi numeri, è necessario compiere una riforma nella prossima legislatura. L’abbattimento dell’oligopolio Rai-Mediaset e l’accesso universale alla banda larga sono i temi favoriti nei vari programmi dei partiti. Vediamo più nel dettaglio le proposte, con il Movimento 5 Stelle che è quello che più degli altri mette questi temi al centro del programma.

Adsl, la linea che mette tutti d’accordo
L’assenza o la non adeguatezza delle centraline Adsl e la banda larga che non raggiunge standard adeguati in molti territori impedisce a tantissimi cittadini l’accesso ad internet. Per questa ragione tutti gli schieramenti, dal Pdl, che promuove la diffusione della banda larga e larghissima, fino al Movimento 5 stelle, che più di ogni altro mette al centro del programma questi temi, sono d’accordo col garantire una copertura di rete più adeguata per l’Italia.

Il dibattito sulla Rai
Pd, Sel e Rivoluzione Civile sono d’accordo col dire che ci vorrebbe una legge sul conflitto di interessi nel campo della comunicazione per superare la legge Gasparri, mentre il Movimento 5 stelle vorrebbe smantellare del tutto la rete pubblica, mantenendo un solo canale pubblico.

Se poi il Pdl, all’interno del programma, non fa riferimenti specifici ad alcun piano inerente audiovisivo, il movimento di Oscar Giannino, Fare per fermare il declino, propone di privatizzare tutte le imprese pubbliche, quindi anche la Rai, e inserire nella Costituzione “il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d’ogni sorta”.

I costi del rinnovamento
E’ giusto sottolineare come alcune di queste proposte siano a costo zero, o abbiano costi contenuti, mentre altre richiedono ingenti investimenti. Non è chiaro dai vari programmi, illustrati qui sotto nelle loro parti relative all’informazione, dove i partiti intendano trovare i fondi per finanziare i progetti. Tra le proposte più ‘costose’ ci sono ovviamente quelle che promettono di coprire tutto il paese con la banda larga o la fibra ottica.
ECCO TUTTI I PUNTI PRESENTI NEI PROGRAMMI ELETTORALI
Movimento 5 stelle

  • Dare la cittadinanza digitale per nascita, e l’accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano
  • Eliminare i contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche
  • Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato; l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
  • Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
  • Abolire la legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
  • Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato. Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%
  • Abolire l’Ordine dei giornalisti
  • Depenalizzare la querela per diffamazione e riconoscere al querelato lo stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere
  • Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
  • Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale, indipendente dai partiti
  • Abolire la legge Gasparri
  • Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale
  • Introdurre dei ripetitori Wimax (tecnologie di trasmissioni senza fili,  che consente l’accesso a rete di telecomunicazioni a banda larga) per l’accesso mobile e diffuso alla Rete
Rivoluzione Civile
  • Rompere gli oligopoli nel sistema della comunicazione, varando la legge sul conflitto di interessi e una legge antitrust.
  • Ribadire la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo, eliminando l’ingerenza dei partiti, e garantendo una gestione democratica e partecipata della Rai. Le assunzioni devono essere per concorso pubblico sia nelle reti che nelle testate
  • Libero accesso a Internet, che deve essere gratuito per le giovani generazioni e la banda larga va diffusa in tutto il Paese.

Sinistra Ecologia e Libertà

  • Varare di una seria normativa antitrust che disciplina la materia del conflitto di interessi in tutti campi economici, non solo l’audiovisivo. Nessun operatore economico, pubblico o privato, potrà detenere complessivamente quote superiori al 20% di un trust orizzontale o verticale
  • Introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado lo studio obbligatorio dei linguaggi audiovisivi
  • La Rai deve rimanere pubblica. Va liberata dai partiti, abolendo la Legge Gasparri. La Rai è di proprietà dello Stato e le fonti di nomina del CdA, per un massimo di 5 componenti, sono il Parlamento, le Regioni, gli utenti e i lavoratori della Rai. Il Consiglio di Amministrazione della Rai è caratterizzato da una governance duale, composta da un comitato di gestione e un comitato di controllo;
  • Nell’ottica antitrust, anche la Rai va ridimensionata e orientata alla qualità
  • Introdurre le licenze creative commons e sviluppare gli open data

Partito Democratico

Sul programma si parla in generale della governance pubblica per il cinema e l’audiovisivo che deve “essere orientata ad obiettivi culturali e di interesse collettivo: la formazione e la qualificazione professionale; il sostegno e la promozione della sperimentazione, dell’innovazione dei linguaggi, delle opere prime e seconde e delle opere difficili; la promozione estera; la diffusione del cinema e dell’audiovisivo presso il pubblico; il sostegno alla fruizione e all’ampliamento della domanda; la salvaguardia e la valorizzazione delle sale di prossimità e dei circuiti di qualità”.

Inoltre il Partito Democratico propone di:

  • Sviluppare l’infrastruttura di rete, per muovere verso la copertura totale e accelerare la copertura in fibra ottica.
  • Promuovere l’accesso alla banda larga

Scelta Civica

Il movimento propone sostanzialmente di proseguire il percorso iniziato dal premier Mario Monti, con il progetto Agenda Digitale, che fissa una serie di obiettivi e di azioni da attuare entro il 2020, rafforzando i quattro assi delle connessioni infrastrutturali a banda larga e ultra larga, delle smart communites/smart cites, della introduzione dell’approccio open data. Diffondere il “cloud computing”, servizio che unisce dati provenienti da più istituzioni e l’e-government, rafforzando gli incentivi per l’utlizzo di tecnologie digitali nei processi amministrativi per fornire servizi ai cittadini.

Popolo della Libertà

  • Libero accesso alle reti
  • Portare a compimento la strategia di Open government e Open data
  • Promuovere l’utilizzo del cloud computing nella pubblica amministrazione
  • Diffondere capillarmente la banda larga e larghissima
  • Fatturazione elettronica

Fare per fermare il declino

  • Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali ad esempio le telecomunicazioni (inclusi gli assetti proprietari).
  • Privatizzare la Rai, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza.
  • Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite una gara fra imprese concorrenti.

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