URBINO – Swann sta seduto di fronte al pubblico del teatro Sanzio. Lo guarda e d’improvviso si accorge di quanto sia ammaliante l’amore, che fa perdere la ragione anche all’uomo più assennato.
Swann è un uomo rispettabile, innamorato in maniera patologica di Odette, una mantenuta, incontrata nel salone della “cinguettante” Madame Verdurin. Lei che lo seduce e lo raggira, possedendogli oltre al cuore anche la ragione e la volontà.
E’ un attimo. Perché subito dopo, alzandosi dalla poltrona rossa, Swann non è più Swann ma è Sandro Lombardi, l’attore che veste i panni dell’attore e che analizza insieme a Elena Ghiaurov e Iaia Forti i personaggi proustiani che interpretano e le varie sfaccettature del sentimento amoroso che incarnano. Rivolgendosi direttamente al pubblico in una sorta di riflessione condivisa, a voce alta.
E’ un momento di straniamento meta-teatrale che non fa che coinvolgere maggiormente gli spettatori. Quando Lombardi pronuncia la frase “Non si ama che ciò in cui si persegue qualcosa di inaccessibile, non si ama che ciò che non si possiede”, una signora in ultima fila sorride e dice all’amica “ma quanto è vero?”.
L’adattamento teatrale di Sandro Lombardi è insolito: lasciare che i personaggi si raccontino agendo sulla scena e uscire dal racconto per analizzarli nel dettaglio e rendere le loro esperienze universali. Lo sforzo dell’attore e drammaturgo, oltre a quello del regista Federico Tiezzi, viene premiato dal tutto esaurito in sala: il pubblico partecipa alla performance ipnotizzato dai giochi di luce della scena.
Sandro Lombardi ci racconta come ha portato sul palco l’adattamento di un testo complesso come Un amore di Swann, un frammento della Recherche proustiana, che costituisce una storia autonoma e in sé compiuta.